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Precedute dal Manifesto degli scienziati razzisti (14 luglio 1938, noto anche come Manifesto della razza), le leggi razziali in Italia furono introdotte a partire dal settembre 1938 e coinvolsero tutti gli ebrei della penisola, italiani e stranieri. Furono immediatamente seguite dalle ordinanze applicative e il 6 ottobre 1938 fu approvata dal Gran Consiglio anche la Dichiarazione sulla razza.
L'Italia fu coinvolta nel suo insieme, non la sua sola vita politica, o sociale, o economica, o culturale: gli ebrei furono espulsi dalla scuola pubblica, dal comparto dello spettacolo (teatro, musica, film, ecc.), dalle associazioni culturali e sportive, dall'editoria, dalle cooperative, dal lavoro pubblico e, in misura progressiva, dal lavoro privato.
Con la persecuzione dei diritti degli ebrei a partire dal 1938 iniziò quel percorso che avrebbe condotto dopo l'8 settembre 1943 alla "persecuzione delle vite", che provocò migliaia di vittime e sofferenze indicibili.
Bibliografia e approfondimenti: