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Il 26 aprile 1945 un gruppo di SS italiane dislocate presso l'abbazia di Rodengo venne disarmato dagli insorti del luogo.
Nel paese aveva la propria sede anche l'Unità di Riserva delle Unità Armate della SS, circa 400 uomini, al comando di Alois Thaler, dal quale dipendeva anche il Gruppo pronto impiego dell'82° Reggimento SS Italien, composto da circa 200 uomini.
Gli insorti si trovavano dunque di fronte ad un'unità molto compatta, numerosa e ben armata. Per questo Giovanni Battista Vighenzi, comandante del gruppo partigiano, si recò a Rovato la sera stessa del 26 per chiedere rinforzi. Egli sperava, tuttavia, che la situazione si sarebbe risolta con la resa delle SS senza uno scontro armato, dal momento che ormai gli Alleati erano giunti nei pressi di Brescia.
A tarda sera, durante il ritorno da Rovato, Vighenzi fu catturato dagli uomini di Thaler che avevano nel frattempo ripreso il controllo della situazione, riconquistata l'Abbazia e liberato le SS fatte prigioniere. Vighenzi fu portato nella sede del Comando, a Villa Fenaroli di Corneto. Interrogato e torturato, venne rinchiuso insieme agli altri prigionieri in un locale della villa.
La notte del 27 aprile, prima sei giovani (Mario Andreis, Gastone Tiego, Giovanni Pezzetti, Angelo Franchini, Giovanni Felappi e Gaetano Lumini) e poi altri tre (Giuseppe Malvezzi, Giuseppe Caravello e Giovanni Ceretti) vennero fucilati insieme a Vighenzi. I loro corpi furono ritrovati il 28 aprile, dopo che le SS alle prime ore del mattino si erano date alla fuga.
Secondo il referto medico stilato dal dott. Carlo Guidarini i cadaveri presentavano "varie ferite di armi da fuoco, alcuni presentavano ecchimosi varie, altri la frattura della scatola cranica, delle mascelle, altri tumefazioni alle labbra e agli occhi o contusioni agli arti inferiori e all'addome. Tutte tali contusioni o fratture sono in diretta conseguenza a percosse con corpo contundente. Vighenzi presentava ecchimosi varie per tutto il dorso, dovute certamente alle staffilate di Thaler".
Bibliografia e approfondimenti: