Durante la
Seconda Guerra Mondiale la popolazione italiana si trovò in gravi difficoltà alimentari e fin da subito fu costretta a dure misure di
razionamento. Dopo l'
8 settembre 1943, inoltre, con l'occupazione nazista delle regioni centro-settentrionali, i sistematici saccheggi e requisizioni da parte della Wehrmacht immiserirono ulteriormente territori e popolazioni. Una realtà drammatica e violenta che la gente comune affrontò a più livelli e che la Resistenza condivise in uno sforzo diffuso di mobilitazione e lotta.
Nei ricordi e nelle testimonianze dell'epoca sono comuni l'angoscia provocata dai banchi vuoti e dalla penuria di alimenti, le difficoltà e i ritardi nella distribuzione dei generi di prima necessità, il continuo rialzo dei prezzi e il diffondersi del
mercato nero, con i prezzi che aumentavano vertiginosamente. La
tessera annonaria – il documento obbligatorio per acquistare prodotti alimentari - non riusciva a coprire nemmeno la metà del fabbisogno calorico quotidiano. Tornarono in auge il baratto e le prestazioni di lavoro in cambio di generi alimentari.
In tale situazione i
Gruppi di Difesa della Donna promossero negli ultimi mesi di guerra numerose manifestazioni per denunciare lo stato di fame e indigenza della popolazione. In Emilia Romagna, la più importante di queste dimostrazioni fu quella che si svolse al Salumificio Frigieri di Paganine (Modena) l'8 marzo 1945.
In occasione della Giornata Internazionale dedicata alle donne, circa 300 donne si recarono presso il salumificio (tra di loro, anche numerose operaie della Manifattura Tabacchi di Modena) con l'obiettivo di requisire e destinare alla popolazione gli insaccati e i grassi depositati nel magazzino e destinati alla Sepral (sezione provinciale per l'alimentazione) e alle truppe tedesche. In questo modo intendevano anche aiutare i partigiani della montagna. Alla fine le donne riuscirono a prelevare e distribuire alla popolazione circa 30 quintali di carne.
L'azione, resasi necessaria a causa delle situazione politica e sociale in città che impediva anche alla
RSI di garantire il livello minimo dei rifornimenti alimentari, fu la più significativa dei GDD della Resistenza emiliana.
Bibliografia e approfondimenti:
- Donne modenesi, volantino (Istituto storico, Modena, Fondo Pedrazzi);
- F. Pieroni Bortolotti, Le donne della Resistenza e la questione femminile in Emilia Romagna: 1943-1945, Vangelista editore, Milano 1978;
- Claudio Silingardi, Una provincia partigiana. Guerra e Resistenza a Modena 1940-1945, Franco Angeli, Milano 1998;
- Resistenza mAPPe. Guerra e Resistenza in Emilia-Romagna settant'anni dopo. Percorsi al di qua e al di là della Linea Gotica - Mappe urbane e regionali della Guerra e della Resistenza;
- GuerrainFame. Cibi di guerra, strategie e politiche alimentari nella prima metà del Novecento in Italia.