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SS italiane

L'esistenza di una milizia armata di SS italiane fu proposta a Hitler direttamente da Mussolini fin dal suo arrivo in Germania, a metà settembre del 1943, dopo la liberazione dalla prigionia sul Gran Sasso. Dopo aver acconsentito, l'Autorità tedesca reclutò all'incirca 20.000 volontari italiani che giurarono fedeltà al führer e furono addestrati in Germania. I componenti della milizia vennero poi spediti in Pianura Padana per svolgere ruoli di sicurezza interni, come eccidi e rastrellamenti.

La prima unità combattente formata da volontari italiani,"affiliata" alle Waffen-SS, venne costituita il 2 ottobre del 1943 e affidata a Himmler. A metà novembre 1943, dopo un periodo di addestramento presso il poligono Feldstetten di Münsingen, nella Germania sud-occidentale, un numero compreso tra i 18 e i 20mila volontari italiani si posero a totale servizio del Reich e prestarono giuramento di fedeltà ad Hitler come comandante supremo delle forze armate dell'Asse.

Nel quadro composito delle milizie e dei corpi armati della Repubblica Sociale Italiana, le SS italiche costituirono in questo contesto un corpo a parte. Complessivamente i battaglioni della Waffen Militz italiana furono tredici, con circa 14.000 uomini che vennero dislocati nella Pianura Padana, lontano dal fronte vero e proprio, con compiti di sicurezza interna, in senso di lotta ai ribelli e caccia ai partigiani.

Si hanno notizie di eccidi di civili, numerose battaglie feroci, rastrellamenti. Ma il contributo di orrore e di ferocia delle SS italiane si espresse anche in altre situazioni: nei corpi delle polizie speciali che infestarono l'Italia (assai noto il caso della Banda Carità, guidata da Mario Carità, uno dei più sanguinari torturatori della RSI che operò a Firenze, Padova e Vicenza, e che si presentava come ufficiale delle SS) e, soprattutto, con funzioni da carcerieri, nel lager della Risiera di San Sabba, nei pressi di Trieste, unico campo in Italia adibito allo sterminio.

Il 9 marzo 1945 venne ufficialmente adottata la denominazione 29ª Divisione Waffen SS Italia, più precisamente 29 Waffen-Grenadier-Division der SS Italienische Nr.1, un "ordine" di "uomini razzialmente e fisicamente scelti", come recitava un loro manuale.

Il 25 aprile, in seguito allo sfondamento della linea del fronte da parte degli Alleati, il colonnello Binz dispose il ripiegamento che si svolse a stretto contatto con il nemico. I soldati si ritirarono nel Lodigiano finché non raggiunsero Gorgonzola; qui, completamente circondata da carri armati statunitensi, la divisione si arrese.

Bibliografia e approfondimenti:

  • Sergio Corbatti, Marco Nava, Sentire-Pensare-Volere. Storia della Legione SS Italiana, Ritter, Milano 2001;
  • Primo De Lazzari, Le SS italiane, Teti Editore 2002.

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