Raffaello Cei, ex prigioniero di guerra degli Inglesi, racconta i momenti della mobilitazione del 2° Reggimento Artiglieria “Celere” e la partenza per la Libia.
Scrive nella sua autobiografia Diciassette (2008): “Il giugno 1940, con l’inizio delle ostilità, il mio reggimento venne mobilitato e in parte inviato sul fronte jugoslavo.
I viaggi di piacere erano finiti. Ritornammo a Ferrara dopo sei mesi, assegnati al servizio di contraerea.
Il 3 gennaio 1941 due gruppi motorizzati vennero trasferiti a Napoli con destinazione Albania. […] Ma qualcosa cambiò.
Le decisioni di chi comanda passano sempre sulle teste dei soldati, senza bisogno di spiegazioni. La destinazione era un’altra. In gran fretta ci diedero un nuovo abbigliamento: casco di sughero al posto dell’elmetto e pezze da piedi invece di calzini di lana. Andavamo in Africa! […]
Ci imbarcammo a Napoli in attesa del momento propizio per salpare. I sottomarini inglesi minacciavano di continuo le nostre navi e già una volta, nel Canale di Sicilia, eravamo stati costretti a fare dietrofront.
Facemmo tutta la navigazione verso la Libia indossando il salvagente, attaccati a un pontone che, alla peggio, era pronto per essere gettato in mare.
Come Dio volle però arrivammo a Tripoli, sani e salvi il 16 gennaio”.
La datazione del video fa riferimento al viaggio del 2° Reggimento Artiglieria “Celere” da Ferrara a Tripoli, in Libia, nel 1941
L’intervista al sig. Raffaello Cei è stata registrata presso la sua abitazione a Lucca (LU) il 28 marzo 2013