Raffaello Cei, ex prigioniero di guerra degli Inglesi, racconta alcuni episodi della Campagna italiana del Nord Africa nei primi mesi del 1941.
Dalla sua autobiografia Diciassette (2008): “… il nostro reggimento che aveva ricevuto armi e mezzi dall’Italia partiva da Tripoli per arginare la ritirata delle truppe davanti all’avanzata inglese.
Primi giorni del febbraio 1941: Homs, Misurata, Sirte, Ara dei Fileni (…), le città libiche assistevano indolenti e polverose all’estremo sforzo italiano di non perdere terreno davanti all’irresistibile avanzata inglese.
A marce forzate lungo la litoranea costruita dal governatore Italo Balbo e per questo chiamata Balbia, giungemmo a Ghemines, 50 km da Bengasi. La situazione era davvero precaria.
Lungo il tragitto avevamo incontrato varie colonne di uomini e mezzi in ritirata e il pericolo di rimanere accerchiati dalle truppe inglesi provenienti dal deserto era tutt’altro che improbabile. A un certo punto venne diffuso l’ordine di tornare indietro. I 300 km e oltre che avevamo già percorso quel giorno per arrivare fin lì ci pesavano sulle spalle come macigni. […] Senza far commenti dunque ripartimmo ugualmente fino a Sirte dove posizionammo i pezzi affiancati dalle mitragliere da 20 millimetri e da alcune mitragliatrici. […]
Il periodo che trascorsi a Sirte fu abbastanza tranquillo, solo una notte una sentinella pensò di aver visto qualcosa di pericoloso in lontananza. I nostri pezzi spararono delle cannonate, ma quell’ombra minacciosa non si rivelò altro da quello che la paura pensava.
L’esercito tedesco nel frattempo era corso in nostro aiuto con l’Africa Korps. I primi giorni di marzo del 1941 arrivarono a Sirte alcuni reparti della quinta divisione tedesca.”
La datazione del video fa riferimento al periodo in cui avvennero i fatti qui raccontati
L’intervista al sig. Raffaello Cei è stata registrata presso la sua abitazione a Lucca (LU) il 23 marzo 2013