Luciano Manzi, ex partigiano, ricorda gli anni della sua gioventù vissuti a Parigi, lontano dall’ambiente delle impisizioni fasciste.
Scrive nella sua autobiografia:
“Andammo ad abitare in un alloggio costituito da un’unica stanza provvista di lavandino. Il gabinetto era fuori sul ballatoio, come si usava allora. L’alloggio si trovava in un grande edificio del XX Arrondissement, […] Era allora un quartiere operaio con molti immigrati: italiani, polacchi, algerini, asiatici, africani e più tardi anche spagnoli.
[…] Dell’infanzia a Parigi ricordo bene la scuola, la grande città, il mio quartiere, ma soprattutto la strada. In ogni strada i ragazzi si organizzavano in bande, costituite sia da francesi cha da stranieri di tutte le razze. Tra noi solitamente non c’era razzismo, ma quando si litigava l’insulto peggiore che i francesi ci lanciavano era: “Sale maccaroni, va dans ton pays” (Sporco italiano, vai al tuo paese). Ma erano momenti di breve durata: si ritornava presto amici come prima, anche perché nella mia classe eravamo per metà stranieri.
[…] Il 1° maggio partecipavo con mio padre alla sfilata nel corteo degli italiani e la festa durava tutto il giorno.”
La datazione del video fa riferimento al periodo in cui Luciano Manzi ha vissuto in Francia, a Parigi.
Per la sua autobiografia:
– Luciano Manzi, Una vita per gli ideali di libertà e socialismo, AGIT, Beinasco (TO) 2003.