Luciano Manzi, ex partigiano, ricorda le vicende personali dagli anni dal 1939 al 1941, ovvero dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale che coinvolse immediatamente la Francia, fino al suo rientro in Italia.
Scrive nella sua autobiografia Una vita per gli ideali di libertà e socialismo (AGIT, Beinasco (TO) 2003):
“Nel settembre 1939, con l’invasione tedesca della Polonia e l’entrata in guerra della Francia, gli eventi precipitarono. […]
Dopo qualche tentennamento mio padre si decise, chiuse il laboratorio e recuperò qualche soldo, con il proposito di vedere se ad Asti si poteva trovare una sistemazione. Partì per l’Italia convinto di ritornare presto, lasciando a Parigi un figlio di quindici anni, responsabile di una bambina di sette, e pochi soldi a disposizione.
[…] Nel 1940 le relazioni tra l’Italia e la Francia peggiorarono ancor di più. I pochi soldi a mia disposizione, nonostante le economie, stavano terminando e non avevo più notizie di mio padre.
A quel punto mi resi conto drammaticamente che ero rimasto solo, a sedici anni, con una sorella di otto a cui dovevo badare e capii che dovevo prendere delle decisioni, subito, senza aspettare il ritorno di mio padre. Decisi di cercarmi un lavoro … “
La datazione del video fa riferimento ai primi anni della Seconda Guerra Mondiale quando Luciano Manzi viveva a Parigi insieme alla sorella minore.