Fotografia di Raffaello Cei, caporale del 2° Reggimento Artiglieria “Celere”, a Tobruch, in Libia, durante le operazioni della campagna italiana in Africa Settentrionale.
Scrive Raffaello Cei nella sua autobiografia Diciassette (2008): “A Tobruk, 1.900 km di distanza da Tripoli, arrivammo il giorno di Pasqua del 1941 (13 aprile, n.d.r.).
Gli inglesi, in rapida ritirata, si erano trincerati proprio nella piazzaforte di Tobruk. La faccenda cominciava a farsi seria. Avevamo portato i cannoni in posizione. Da quel che avevo visto fare agli artiglieri tedeschi, capii subito che sarebbe stato bene scavare una buca per ripararmi dalle probabili cannonate di risposta. […]
Rimanemmo intorno alla piazzaforte di Tobruk veramente in condizioni disastrose. La temperatura del giorno si aggirava sui 40 gradi mentre la notte scendeva a zero. Tempeste di sabbia continue piegavano i nostri nervi, sabotavano i nostri equipaggiamenti. Nessuno di noi era abituato al deserto e il deserto di prendeva gioco di noi.”
Il 2° Reggimento Artiglieria “Celere – Principe Emanuele Filiberto Testa di Ferro” giunse a Tripoli il 14 gennaio 1941 con due gruppi motorizzati e prese parte alla campagna italiana in Africa Settentrionale.
Dopo un anno di combattimenti e 59 giorni di assedio, fu sopraffatto dalle truppe inglesi, sciogliendosi di fatto il 17 gennaio 1942, in seguito agli avvenimenti di guerra.
I soldati italiani furono catturati dall’VIII Armata britannica e smistati nei campi di prigionia dislocati in Africa (Kenya, Sudafrica, …).