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Giuseppe Giupponi, il partigiano “Fuì” dell’86^ Brigata Garibaldi “Issel”, ricorda suo fratello maggiore Mario e racconta la sua esperienza da soldato della Repubblica Sociale Italiana a partigiano in Val Brembana.
Scrive Giuseppe nel suo diario Da una parte sola. Diario partigiano. Dodici storie (Corponove, Bergamo 2009):
“Mio fratello aveva un conto da pagare ai fascisti: il 25 luglio (1943, n.d.r.), in occasione della caduta del regime, si era dato da fare con altri coetanei a imbrattare di vernice i segni e alcuni slogans mussoliniani posti sui cantoni delle case e a scrivere che il popolo avrebbe liberato la patria.
Perciò i repubblichini lo processarono. Fu condannato al lavoro forzato in Germania. Corse la mamma alle carceri di Sant’Agata e, tanto brigò che mio fratello poté arruolarsi volontario nell’artiglieria contraerea di Salò.
Fu mandato a Verona, ma non ci stette molto. Scappò e divenne partigiano in Val Taleggio. Così anche il babbo e la mamma si trovarono coinvolti, e finalmente uniti, nella realtà della resistenza bergamasca.”
La datazione del video fa riferimento ai fatti raccontati
L’intervista al sig. Giuseppe Giupponi è stata registrata a San Giovanni Bianco (BG) il 14 maggio 2014
Bibliografia: Giuseppe Giupponi, Da una parte sola. Diario partigiano. Dodici storie, Corponove, Bergamo 2009