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Durante il ventennio fascista la scuola italiana subì il fenomeno della fascistizzazione, cioè il massiccio ed esplicito processo di strumentalizzazione dell’istituzione scolastica ai fini politici ed ideologici del regime.
Anche la pagella scolastica divenne uno strumento della propaganda fascista che utilizzò immagini e slogan per veicolare il proprio modello di una nuova gioventù, fisicamente sana, istruita ed ideologicamente formata per occupare il proprio ruolo in una società sempre più militarizzata.
Ai primi modelli unici di pagella, sobriamente caratterizzati dallo stemma sabaudo con fasci littori, stampato a colori sul frontespizio, seguirono pagelle sempre più colorate e graficamente accattivanti, con rappresentazioni in stile futurista; tutto l’apparato iconografico del Partito Nazionale Fascista trovò spazio sulle copertine delle pagelle: dalle architetture nel tipico stile monumentale del periodo alla rievocazione dei fasti imperiali della antica Roma.
Successivamente, con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale anche la pagella divenne un mezzo della propaganda militare, con l’immancabile motto mussoliniano “Vincere”.
Sulla copertina di questa pagella di Elena Ottolenghi, relativa all’anno scolastico 1939-1940, vengono esaltate le conquiste territoriali dell’Italia fascista (si noti la M mussoliniana), confrontando la mappa dell’anno 18° dell’Era Fascista (1940) con quella dell’anno 1° (1923) riprodotta sul retro.
Nella pagina interna della pagella si segnala l’annotazione di fianco al nome della scolara: Elena Ottolenghi (di razza ebraica). Si tratta, infatti, di una pagella dell’anno scolastico 1939-1940, quando le leggi razziali in Italia erano già entrate in vigore.