Roberto Tiberi, ex prigioniero di guerra degli Inglesi in Sudafrica, racconta un episodio avvenuto nel trasferimento del suo Reggimento da Tripoli all’oasi di Gialo, passando per Agedabia. Scrive Roberto nella sua autobiografia, Un ragazzo del ’21 (Memori, Roma):
“Pensavamo di dover arrivare a Tobruch dove era il nostro Reggimento ma ci fu ordinato di andare a presidiare l’oasi di Gialo, altri 240 km a sud, in pieno Sahara, verso Cufra.
Avevamo motociclette Guzzi e Spa-38: le moto non avevano problemi nel deserto, i camion Spa-38 invece sì. […]
Dopo una ventina di km gli Spa-38, ottimi per le strade di montagna, per le quali erano stati concepiti, restarono tutti insabbiati fino al cassone. Una colonna ferma nel deserto è molto vulnerabile, soprattutto dagli aerei. Una staffetta in moto tornò ad Agedabia al Comando Operativo che doveva decidere come trarci d’impaccio. […]
Finalmente arrivò la colonna dei Tre-Ro sui quali, a forza di braccia, caricammo gli Spa-38 e con nostra grande sorpresa, invece di riportarci ad Agedabia per darci mezzi più adeguati alle piste sabbiose del Sahara, ci portarono al fortino dell’oasi di Gialo dove ci scaricarono con i nostri inutili camioncini.”
La datazione del video fa riferimento al periodo in cui avvennero i fatti qui raccontati.