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Lettera del 17 febbraio 1944 indirizzata all’Internato Militare Italiano Mario Candelari, deportato in Germania e prigioniero nello Stalag VII A di Moosburg an der Isar, in Baviera. Mario era stato assegnato al Comando di Lavoro 3458 (Kgf. Arb. Kdo 3458) di Monaco.
Nella lettera, scritta dalla madre residente a Langhirano (PR), si legge:
“Langhirano 17-2-’44
Carissimo Figlio,
Ieri sono andata a Manzano (frazione di Langhirano, n.d.r.) con la Lina. Mi son sentita a chiamare, era il tuo compagno Bonzanini, mi a (ha, n.d.r.) detto di salutarti e se ai (hai, n.d.r.) ancora i tuoi compagni lì con te. Lui ci tocca presentarsi adesso. E poi o (ho, n.d.r.) letto la cartolina che ai (hai, n.d.r.) mandato a la nonna. Sento che stai bene come pure di noi tutti. Ti dirò che oggi è venuto a casa da la maternità la moglie di Tonino con il suo bambino, le anno (gli hanno, n.d.r.) messo a nome Pietro. Qui i tuoi compagni son 3 sere che ballano perché vanno via. Qui fa molto freddo ma bello. Licinio è al solito, lavora nel suo bosco. La Mariolina è diventata molto grassa. Io non sono più andata più in nessun posto. Quando scrivi manda a salutare la …?… . Tanti mi raccomandano di salutarti e non vediamo l’ora di vederti. Saluta i tuoi compagni. Un grosso bacio da noi tutti. Mamma Licinio Maria Papà”.
Come tutta la corrispondenza di guerra, anche questa lettera fu sottoposta al vaglio della censura fascista e tedesca, come si evince dai timbri di verifica sulla busta che la conteneva.