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Franca Polacco, ebrea di Venezia, ricorda gli anni della sua infanzia nel ghetto della città nel periodo delle leggi razziali in Italia.
In particolare, racconta che, grazie ad alcune medaglie che il padre aveva ricevuto per la sua partecipazione alla Prima Guerra Mondiale, la loro era una famiglia “discriminata”, nel senso di “privilegiata”: infatti, a differenza delle altre famiglie ebree, a loro era concesso di tenere in casa la radio e la donna di servizio.
Inoltre, Franca ricorda che negli anni di guerra – prima del 1943 – alcuni ebrei italiani erano già a conoscenza di ciò che i nazisti stavano compiendo nei paesi dell’Est Europa.
Scrive Franca nella biografia della sua famiglia: “…in Italia le comunità ebraiche avevano formato un’organizzazione: alle famiglie di una discreta condizione finanziaria veniva affidata un’altra famiglia di profughi dai paesi dell’Est. […] Noi avevamo “adottato” una famiglia polacca che viveva vicino a Padova. Avevano una ragazzina che si chiamava Rosa Mistovschi. In occasione del mio Bat Mitzvah, la mamma aveva potuto ottenere un permesso speciale e far venire eccezionalmente tutta questa famiglia a casa nostra per far festeggiare il Bat Mitzvah anche alla loro figlia che aveva la mia stessa età. […] In quell’occasione, hanno raccontato cosa succedeva in quei paesi, ma i miei non potevano credere a cose del genere…”.
La datazione del video fa riferimento ai fatti raccontati: dalla promulgazione delle prime leggi razziali in Italia fino all’Armistizio del 1943
L’intervista alla sig.ra Franca Polacco è stata registrata nel suo appartamento a Venezia il 23 ottobre 2013