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Franca Polacco, ebrea di Venezia, racconta il primo tentativo di fuga verso l’America e come sua mamma per 5 anni abbia tenuto pronte per tutta la famiglia valigie e sacchi da montagna, contenenti vestiti e scarpe che venivano controllate ogni paio di mesi per poter essere “aggiornate” alla loro crescita.
Dopo l’inserimento, nel 1938, delle leggi razziali alcuni di loro sono stati costretti a organizzare la fuga e Franca Polacco racconta di come hanno dovuto organizzare la loro a seguito di un’episodo in cui uno zio ha ucciso di botte un fascista dopo che il fratello di quest’ultimo gli aveva tirato uno schiaffo.
A seguito di questo episodio un gruppo di fascisti sono andati dal nonno, che possedeva un negozio, e hanno chiesto di consegnargli le cambiali; nella Saccheria del nonno hanno poi disrutto tutto cio che potevano e buttato nel canale adiacente.
Grazie ad un aggangio del nonno sono riusicti ad entrare in Svizzera, per poi continuare il loro viaggio verso l’America, ma a causa di una recente invasione tedesca la città era in fibrillazione e sono stati rimandati indietro.
Suo zio non potendo ritornare a Venezia ha sfondato con la macchina le transenne in Francia e ha preso una nave dalla Normandia che lo ha portato clandestinamente in America
L’intervista alla sig.ra Franca Polacco è stata registrata nel suo appartamento a Venezia il 23 ottobre 2013