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Edith Bruck, ebrea ungherese nata nel 1932, ricorda la disumanizzazione delle donne nei campi di concentramento nei quali è stata deportata in Germania.
Racconta l’umiliazione iniziale di doversi spogliare davanti ai militari e ricorda che dopo aver chiesto dove fosse sua mamma una deportata polacca l’ha portata davanti a una baracca e le ha fatto notare il fumo che usciva, dicendole in modo cattivo che di sua mamma ne avevano fatto il sapone come con la sua.