Concetta Tomanelli, staffetta partigiana a Genova, ricorda l’interrogatorio presso la Casa del Fascio di Genova con il Vice Federale Alfredo Grazzini.
Racconta Tina: “Un giorno ero a casa alle due del pomeriggio e arrivano due poliziotti: “venite con noi”. Io dico che sono impegnata con il lavoro, che è strategico perché costruiamo le gallerie, e allora mi dicono di tornare alla sera nella Casa del Fascio di via Saluzzo, dove ora c’è la polizia, e presentarmi dal Vice Federale Grazzini. (…)
Sotto la lampadina fioca, ad una scrivania dove c’erano posati una baionetta e un teschio, tanto per impressionare, c’è lui (Grazzini, n.d.r.). Che mi apostrofa: “Tina Tomanelli!” E io: “No, io sono Concetta”. E lui: “Uno dei vostri fratelli è nei ribelli, è un delinquente”. Parlava di Mimmo. E io allora rispondo: “Senz’altro c’è. Perché è sempre stato una testa matta. Ma in casa non è venuto perché ogni volta che viene si porta via qualcosa…” Poi dico che Piero (altro fratello di Tina, n.d.r.) è via perché lavora per una casa di spedizioni. Grazzini conclude: “Lo dobbiamo prendere ‘sto ragazzo” e mi lascia andare dicendomi che pensa di farmi seguire per vedere se mi incontro con lui”. (tratto da Ci chiamavano libertà. Partigiane e resistenti in Liguria 1943-1945. La parola ridata alle donne, di Donatella Alfonso, De Ferrari, Genova 2013)
Tina lascia credere al Vice Federale di voler collaborare alla cattura del fratello, mentre invece sta già pensando a come fare per andare ad avvertire del pericolo i partigiani.
La datazione del video fa riferimento agli anni della Resistenza in Italia
L’intervista alla sig.ra Concetta Tomanelli è stata registrata presso la sua abitazione a Genova nel giugno 2016