Canzio Donelli, Internato Militare Italiano in Germania, ricorda la vita quotidiana all’interno del campo di concentramento e racconta come il suo mestiere di barbiere gli sia stato utile per sopravvivere nel lager.
Nella sua testimonianza emerge anche l’ammirazione per tanti prigionieri che grazie al loro ingegno realizzavano oggetti di ogni tipo, perfino radio clandestine.
In molti campi di concentramento, alcuni prigionieri, esperti radioamatori o ingegneri e tecnici elettronici, riuscirono a dar vita ad apparecchi riceventi perfettamente funzionanti utilizzando materiali semplici e di fortuna: carta stagnola, lamette da barba, fili di rame rubati da una bicicletta nazista, sapientemente assemblati, permisero a centinaia di internati di conoscere in tempo reale l’evoluzione degli avvenimenti che si svolgevano oltre i recinti dei campi.
La più famosa di queste radio clandestine fu Radio Caterina, detta anche “la radio della speranza”, costruita nel campo di concentramento di Sandbostel (Stalag X B) nel marzo del 1944. Ad assemblarla furono il capitano Aldo Angiolillo, esperto costruttore di resistenza, che utilizzò pile e condensatori ricavati da barattoli e stoffa e cartine di sigarette, e il sottotenente Oliviero Olivero, ideatore del circuito radio, che era anche l’antenna umana in quanto fungeva da ricevitore tenendo un filo in bocca e muovendo un piede vicino al pavimento bagnato alla ricerca della migliore ricezione. (tratto da www.radio-caterina.org)
La datazione del video fa riferimento al periodo in cui Canzio Donelli fu internato in Germania.