Dalle memorie di Secondo Gatti:
“Il 15 agosto del 1942 era di sabato; ci avvertirono che alle ore 14:00 della domenica saremmo partiti per l’Albania, e così fu. A quell’ora la banda militare ci accompagnò alla stazione (di Bolzano, n.d.r.), qui salimmo sul treno che fermava anche a Verona. Alle 17:00 arrivammo a Verona. Quanta nostalgia, ero a 40 km da casa e non potevo raggiungerla. Il treno sostò per mezz’ora e mio fratello Guido con il figlio di 10 anni, saputo di questa fermata, venne a salutarci. Lì in stazione acquistammo un fiasco di Chianti e bevemmo un bicchiere mascherando il dolore e tanta tristezza. Poi il treno ripartì. Quel momento ricordo fu molto commovente, chi piangeva e salutava parenti e amici con baci e abbracci; pure io non riuscivo a trattenere le lacrime di dolore e tristezza. […] Il treno proseguì così per Bari impiegando due notti e un giorno; due giorni di sosta e la sera del 19 ci imbarcammo sulla nave Rosandra. Anche qui tante mamme e papà ci salutavano come fossimo figli loro. In piena notte eravamo già in alto mare e mi resi conto che la mia terra era ormai lontana. Navigavamo verso una terra a noi sconosciuta e con il pericolo di essere abbattuti dai sottomarini. Io non ero, e non sono capace, di nuotare e se questo fosse avvenuto non so quale sarebbe stato il mio destino. […] La traversata non fu molto lunga, solo 12 ore. All’alba si poteva scorgere la terra. Alle 10:00 sbarcammo e mi sorprese molto vedere le donne albanesi coprirsi il volto per non essere guardate in faccia. Dopo aver atteso per più di quattro ore ci accompagnarono alla 98^ Compagnia Radio Marconisti 4° Corpo d’Armata n°49 Durazzo. […]”.
La datazione del video fa riferimento al periodo in cui avvennero i fatti qui raccontati.