no images were found
Nunzia Cavarischia, staffetta partigiana maceratese, ricorda il ritorno a Roma con la famiglia nell’agosto del 1944 e racconta le lotte contro le ingiustizie nella scuola anche dopo la liberazione del centro-sud Italia.
Scrive Nunzia nella sua autobiografia Ricordi di una staffetta (Capodarco Fermano Edizioni, 2011): “Dopo la liberazione delle Marche ritornammo a Roma: era la fine di agosto del 1944. (…)
Ma in Italia c’era ancora la guerra, ed io, nonostante avessi perso già un anno di scuola, volevo proseguire gli studi. Avevo scelto di iscrivermi al liceo classico e il più vicino a casa mia era il Liceo Ennio Quirino Visconti, che si trova in piazza del Collegio Romano, vicino piazza Venezia.
I primi tempi andavo a scuola con una gonna fatta con le divise militari inglesi e un giubbetto. Non sapevo che il liceo Visconti fosse uno dei più antichi d’Italia, né tantomeno che fosse un liceo d’èlite: in classe con me c’erano figli di ambasciatori, conti…
Dopo qualche giorno di scuola, una mattina, l’insegnante di lettere disse: – Il Visconti non si riconosce più: adesso ci sono anche i figli degli operai!
Dopo aver sentito queste parole, poiché l’unica figlia di operai ero io, mi alzai senza chiedere il permesso e corsi in presidenza. (…) Chiesi al Preside se poteva cambiarmi di sezione, dato che non andavo bene all’insegnate di lettere perché, essendo figlia di operai, le rovinavo la classe. Mi guardò, mi fece una carezza sopra la testa e mi disse di tornare in classe, che ci avrebbe pensato lui.
Quando rientrai in aula l’insegnante mi osservò molto severamente, ma non mi disse niente, e anche i miei compagni mi guardarono. Questa insegnante si ricredette poi nei miei confronti…”.
La datazione del video fa riferimento al periodo in cui avvennero i fatti qui raccontati
L’intervista alla sig.ra Nunzia Cavarischia è stata registrata presso la sua abitazione in provincia di Alessandria il 7 marzo 2016