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Antisemitismo

Posizione culturale e politica che ha promosso la discriminazione razziale degli ebrei. Per quanto l'antisemitismo sia profondamente radicato nella storia della società europea fin dai tempi molto antichi e in relazione al predominio delle religioni cristiane, solo nella seconda metà dell'Ottocento esso acquista una effettiva base razziale. Lo sviluppo di presunte teorie scientifiche della "razza" porta infatti molti ambiti della cultura europea a considerare gli ebrei come una "razza inferiore". Su queste basi si innesta negli stessi anni una discriminazione politica che risolve le tensioni sociali prodotte da gravi crisi economiche e dagli stessi conflitti politici in "colpe" da addebitare agli ebrei. L'antisemitismo sfociò, con il nazismo, nella pianificazione scientifica dello sterminio degli ebrei.

Bibliografia e approfondimenti:

  • Marina Cattaruzza, Marcello Flores, Simon Levis Sullam, Enzo Traverso, Storia della Shoah. La crisi dell'Europa, lo sterminio degli Ebrei e la memoria del XX secolo, UTET, Torino 2005;
  • Milena Santerini, Antisemitismo senza memoria: insegnare la Shoah nelle società multiculturali, Carocci, Roma 2005;
  • L'offesa della razza. Razzismo e antisemitismo dell'Italia fascista: istruzioni per l'uso, Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia Romagna, 2005;
  • Hannah Arendt, Le origini del Totalitarismo, G. Einaidi Editore, Torino 2004;
  • Pierre Milza, Serge Berstein, Nicola Tranfaglia, Brunello Mantelli, Dizionario dei fascismi. Personaggi, partiti, culture e istituzioni in Europa dalla Grande Guerra a oggi, Bompiani, Milano 2002;
  • Dizionario di Storia, Bruno Mondadori Editore, Milano 1995.
Antisemitismo - Per saperne di più...

Approfondimenti al femminile

Dal punto di vista dell’adesione all’antisemitismo in Germania, uomini e donne ebbero un atteggiamento praticamente identico. La propaganda hitleriana affidò alle tedesche il compito di realizzare, attraverso specifiche organizzazioni femminili, l’obiettivo della selezione razziale.

C’erano donne che, mentre in un primo momento respinsero l’atteggiamento razzista dei nazionalsocialisti, si lasciarono poi convincere dai pazienti insegnamenti dei compagni di partito. Altre donne, cresciute in famiglie protestanti e con padri nazionalisti e antisemiti convinti, svilupparono un antisemitismo che aveva il carattere di un’ossessione: credevano di essere inseguite da giovani ebrei che le davano la caccia per la loro “delicata biondezza”. Più comune nelle sue manifestazioni era invece l’antisemitismo delle donne che attribuivano ad ebrei e massoni la responsabilità della Prima Guerra Mondiale, della sconfitta e di tutte le sofferenze ad essa legate.

Ma se da un lato lo Stato nazista fece delle donne dei soggetti partecipi alla causa del totalitarismo e dell’antisemitismo, dall’altro lato, il regime si trovò a dover rispondere ad una serie di domande che, in precedenza, non si era affatto posto, credendo che la questione ebraica fosse una faccenda dai contorni estremamente chiari e netti. L’elevato numero di matrimoni misti (circa 35.000 secondo una stima del 1933) rese necessaria la precisazione del concetto di ebreo e l’elaborazione di una catalogazione degli ebrei secondo una complessa casistica (es. Mischlinge o mezzi ebrei di primo o secondo grado).

Dopo la promulgazione delle leggi di Norimberga nel 1935, lo Stato nazista fece di tutto per convincere le mogli e i mariti ariani a separarsi dai loro coniugi ebrei, cioè a divorziare, abbandonandoli al loro destino di discriminazione (e poi, più tardi, di deportazione). In molti casi, però, l’azione persuasiva e intimidatoria del regime non funzionò, cioè non riuscì a ottenere la separazione della coppia; a quel punto, dopo la Notte dei Cristalli (novembre 1938) fu introdotta un’ulteriore differenziazione all’interno delle unioni miste, sulla base dell’appartenenza razziale del coniuge maschio. In pratica, quelli in cui il marito era ariano (mentre la moglie era ebrea) vennero dichiarati matrimoni privilegiati, mentre gli altri rimasero matrimoni misti semplici. Le mogli ariane di mariti ebrei, insomma, subirono un trattamento decisamente peggiore delle donne ebree sposate a uomini ariani: le famiglie dei matrimoni misti semplici, ad esempio, potevano venire espulse dalle loro abitazioni ed essere obbligate a risiedere nelle Case degli ebrei (Judenhaeuser), appositi palazzi in cui vennero concentrati tutti gli ebrei tedeschi dopo una direttiva emanata il 28 dicembre 1939. Dal 1941, inoltre, i figli Mischlinge di una famiglia non privilegiata dovettero portare il distintivo con la stella (come loro padre, ebreo al cento per cento), mentre la moglie ariana fu costretta a lavorare per lo sforzo bellico tedesco, secondo procedure identiche a quelle imposte a tutti gli ebrei del Reich.

Bibliografia e approfondimenti:

  • Shoah e identità di genere, in Francesco Maria Feltri, Maria Manuela Bertazzoni, Franca Neri, Chiaroscuro, Sei Editrice 2010;
  • Nina Schroeder, Le donne che sconfissero Hitler, Pratiche, Milano 2001;
  • Claudia Koonz, Donne del Terzo Reich, Giunti, Firenze 1996.

Propaganda fascista – Per saperne di più…Approfondimenti al femminile


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