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L’Italia nella guerra

L'Italia fascista decise di entrare in guerra a fianco della Germania il 10 giugno 1940, nell'errata convinzione che le sorti del conflitto fossero ormai decise a favore dell'alleato tedesco. Le campagne militari intraprese da Mussolini nell'illusione di portare avanti una "guerra parallela", cioè decisa autonomamente a Roma e combattuta su fronti diversi da quelli tedeschi, mostrarono l'inadeguatezza e l'incapacità dell'esercito italiano e finirono tutte in un disastro. L'Italia divenne in breve tempo un alleato minore della Germania, dipendente militarmente dal sostegno tedesco, finché il 25 luglio 1943 il dittatore Benito Mussolini fu deposto e arrestato per ordine del Re Vittorio Emanuele III. Dopo l'armistizio di Cassibile (8 settembre 1943) lo Stato italiano crollò: la parte settentrionale del paese venne occupata dai tedeschi che vi crearono uno Stato collaborazionista con la Germania; mentre il sud venne governato dalle forze monarchiche e liberali, che organizzarono un Esercito Cobelligerante Italiano che combatté accanto agli eserciti alleati. Nell'Italia settentrionale e centrale le forze della Resistenza operarono in autonomia un'efficace azione di guerriglia contro le truppe tedesche occupanti e le forze fasciste della Repubblica Sociale Italiana, fino alla Liberazione del 25 aprile 1945. Bibliografia e approfondimenti:
  • Giorgio Rochat, Le guerre italiane. 1935-1943 Dall'Impero d'Etiopia alla disfatta, G. Einaudi Editore, Torino 2005;
  • Percorsi della memoria 1940-1945 la storia, i luoghi, a cura di Vito Paticchia, con la collaborazione di Paolo Zurzolo, CLUEB, Bologna 2005;
  • Piero Melograni, La guerra degli Italiani 1940-1945, Istituto Luce, Roma 2004;
  • Pierre Milza, Serge Berstein, Nicola Tranfaglia, Brunello Mantelli, Dizionario dei fascismi. Personaggi, partiti, culture e istituzioni in Europa dalla Grande Guerra a oggi, Bompiani, Milano 2002;
  • G. Sabbatucci, V. Vidotto (a cura di), Storia d'Italia. 4 Guerre e Fascismo, Laterza Ed., Roma-Bari 1998;
  • Giorgio Bocca, Storia d'Italia nella guerra fascista 1940-1943, A. Mondadori Editore, Milano 1996.
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Approfondimenti al femminile

“Con l’ingresso dell’Italia in guerra, il 10 giugno 1940, gli uomini partono per il fronte; in campagna e nelle città restano le donne, i bambini, gli anziani.”

Cominciò così l’avventura di guerra dell’Italia fascista e, nei cinque anni di conflitto (1940-1945), mentre i soldati si trovavano in posti sconosciuti lontano da casa, centinaia di migliaia di donne combatterono la più lunga battaglia della loro vita: contro la fame, contro le bombe, contro la violenza degli occupanti e dei liberatori, contro una guerra la cui fine si allontanava di giorno in giorno sempre di più. Era la guerra al femminile.

Durante la Seconda Guerra Mondiale le donne ebbero una straordinaria occasione di protagonismo: esse furono chiamate ad interpretare ruoli inediti (per esempio sul lavoro), a svolgere compiti difficili, con il peso sulle spalle della salvezza dei propri uomini e della sopravvivenza delle proprie famiglie.

Nonostante i modelli educativi e gli stereotipi del regime le italiane furono capaci di affrontare la drammaticità della guerra e di diventare protagoniste. Sia pure tra le difficoltà e le tensioni della vita quotidiana, ognuna di loro dovette imparare in quegli anni a decidere da sola, senza l’aiuto né la tutela di padri, mariti, fidanzati. Ognuna di loro divenne, nel pericolo e nella miseria, più padrona di se stessa.

Madri, mogli, ragazze, operaie, mondine, borghesi e principesse, ebree e gentili, fasciste e partigiane, borsare nere: le donne assunsero nuove responsabilità, entrarono nel ruolo di capofamiglia, vissero un nuovo modo di essere donna.

Bibliografia e approfondimenti:

  • Anna Bravo, Anna Maria Bruzzone, In guerra senza armi. Storie di donne 1940-1945, Editori Laterza, Roma 1995;
  • Miriam Mafai, Pane Nero. Donne e vita quotidiana nella Seconda Guerra Mondiale, Ediesse, Roma 2008.

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