“Con l’ingresso dell’Italia in guerra, il 10 giugno 1940, gli uomini partono per il fronte; in campagna e nelle città restano le donne, i bambini, gli anziani.”
Cominciò così l’avventura di guerra dell’Italia fascista e, nei cinque anni di conflitto (1940-1945), mentre i soldati si trovavano in posti sconosciuti lontano da casa, centinaia di migliaia di donne combatterono la più lunga battaglia della loro vita: contro la fame, contro le bombe, contro la violenza degli occupanti e dei liberatori, contro una guerra la cui fine si allontanava di giorno in giorno sempre di più. Era la guerra al femminile.
Durante la Seconda Guerra Mondiale le donne ebbero una straordinaria occasione di protagonismo: esse furono chiamate ad interpretare ruoli inediti (per esempio sul lavoro), a svolgere compiti difficili, con il peso sulle spalle della salvezza dei propri uomini e della sopravvivenza delle proprie famiglie.
Nonostante i modelli educativi e gli stereotipi del regime le italiane furono capaci di affrontare la drammaticità della guerra e di diventare protagoniste. Sia pure tra le difficoltà e le tensioni della vita quotidiana, ognuna di loro dovette imparare in quegli anni a decidere da sola, senza l’aiuto né la tutela di padri, mariti, fidanzati. Ognuna di loro divenne, nel pericolo e nella miseria, più padrona di se stessa.
Madri, mogli, ragazze, operaie, mondine, borghesi e principesse, ebree e gentili, fasciste e partigiane, borsare nere: le donne assunsero nuove responsabilità, entrarono nel ruolo di capofamiglia, vissero un nuovo modo di essere donna.
Bibliografia e approfondimenti:
L’Italia nella guerra – Per saperne di più…Approfondimenti al femminile