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Milano (MI)

Capoluogo della provincia omonima e della regione Lombardia, Milano è il secondo comune italiano per popolazione dopo Roma, e costituisce il centro di una delle aree metropolitane più popolate d'Europa. Posta al centro della Padania, tra i rilievi alpini e il Po, e tra il fiume Ticino ad ovest e l'Adda ad est, nell'ultimo secolo la città ha stabilizzato il suo ruolo economico e produttivo, divenendo il maggiore mercato finanziario italiano. È inoltre una delle capitali mondiali della moda e del disegno industriale, ed uno dei centri universitari italiani più importanti. Da Milano, soprattutto dai distretti industriali e operai, è partito il riscatto dell'intera nazione e la riconquista della dignità e della democrazia durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale. La città fu infatti una delle capitali della Resistenza italiana e fu destinata a riprendere nel secondo dopoguerra il suo ruolo di "capitale morale". Per contrappunto, Milano era stata anche la culla del movimento fascista: nella sala del Circolo dell'Alleanza Industriale in Piazza San Sepolcro, Mussolini fondò il Movimento dei Fasci Italiani di Combattimento il 23 marzo del 1919. Il ventennio fascista in città vide la realizzazione di una serie di opere pubbliche: il 1° gennaio 1930 venne inaugurata la Centrale del Latte; il 23 maggio aprì il Planetario regalato dall'editore Ulrico Hoepli; il 28 ottobre fu inaugurato l'Idroscalo, la cui costruzione era iniziata nel 1928; ma soprattutto, nel 1931 fu inaugurata la Stazione Centrale. Durante il Ventennio, inoltre, alcune vie e piazze comuni di Milano assunsero denominazioni che prendevano spunto da fatti accaduti in quell'epoca (Piazza Martiri Fascisti, Corso 28 ottobre, Via Marcia su Roma) oppure da personaggi o città (Piazzale Fiume), denominazioni che vennero poi cambiate dopo il 1945. Negli stessi anni, i primi sforzi organizzativi dell'Antifascismo furono immancabilmente e ripetutamente frustati dall'efficienza dell'Opera di Vigilanza e Repressione Antifascista (OVRA). Con l'ingresso dell'Italia nella Seconda Guerra Mondiale, Milano fu fin da subito obiettivo di attacchi aerei, il primo dei quali avvenne nel giugno del 1940 ad opera di bombardieri inglesi partiti da basi collocate nel sud della Francia, in risposta alla dichiarazione di guerra. I bombardamenti realmente distruttivi cominciarono nell'ottobre del 1942, quando la Royal Air Force (RAF) ebbe a disposizione veicoli che, volando ad alta quota, sfuggivano alla contraerea e ai caccia avversari. Il 24 ottobre 1942 si ebbe la prima grande prova generale della teoria dell'area bombing di Sir Arthur Harris, responsabile del Bomber Command che pianificava gli attacchi aerei sui paesi dell'Asse: oltre alle distruzioni materiali, in città di contarono 135 morti e 331 feriti. I bombardamenti si intensificarono nel 1943 e, soprattutto quelli dell'agosto 1943, distrussero buona parte del centro; crollarono il Teatro alla Scala, la Galleria e il Palazzo Reale. Gran parte della popolazione civile, in particolare donne, bambini e anziani, fu evacuata e sfollata nei paesi lombardi circostanti, al riparo dalle maggiori incursioni aeree. Molti quartieri cittadini furono pesantemente colpiti e molti milanesi morirono seppelliti dalle macerie delle case distrutte, nei rifugi antiaerei ricavati nelle cantine. Particolarmente tragico fu l'attacco aereo del 20 ottobre 1944 quando il gruppo di apparecchi B24, inviato a colpire gli stabilimenti della Breda, sbagliò l'operazione e sganciò le bombe sull'abitato di Gorla: una bomba cadde sulla scuola "Francesco Crispi" causando 200 vittime tra bambini, maestre e personale. Dopo l'Armistizio italiano dell'8 settembre 1943 Milano, con tutto il Nord Italia, fu occupato dalle truppe tedesche e divenne parte della Repubblica Sociale Italiana. Tra il pomeriggio del 10 e il 12 settembre la città fu occupata da reparti della divisione Waffen SS-Leibstandarte A. Hitler che per giorni si abbandonarono a violenze e saccheggi indiscriminati. Il 13 settembre poi si insediò all'Hotel Regina il comando della Sicherheits-polizei-Sicheheitsdienst - da cui dipendeva la Gestapo - e iniziò la caccia agli ebrei e agli antifascisti già schedati. In breve tempo Milano divenne anche la capitale del fascismo repubblicano, città dove il fascismo era nato e che nel dicembre 1944 Mussolini visitò, in un tripudiò di folla, prima di tenere al Teatro Lirico, l'ultimo vero discorso della sua vita politica. A Milano, inoltre, operarono la Brigata Nera "Aldo Resega", la Banda Koch (in fuga da Roma), e, al comando di Francesco Colombo (uno squadrista espulso dal partito per omicidio e bancarotta), la Legione autonoma mobile "Ettore Muti": questa aveva sede nella caserma di Via Rovello a Milano (poi sede del Piccolo Teatro) dove allestì camere della tortura ed una "cella della morte" per antifascisti e partigiani. La "Muti", tra l'altro, mise a disposizione ai tedeschi gli uomini per comporre il plotone di esecuzione che il 10 agosto del 1944 in Piazzale Loreto fucilò per rappresaglia 15 prigionieri politici detenuti a San Vittore. Contemporaneamente all'occupazione tedesca e alla nascita della RSI, Milano vide nascere un forte movimento partigiano che trovò la sua massima espressione nella costituzione del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia - CLNAI. Dopo la liberazione di Roma da parte degli Alleati (giugno 1944), la città lombarda divenne la capitale della Resistenza, sede delle segreterie dei partiti antifascisti impegnati nella lotta partigiane e dei comandi generali delle formazioni resistenziali. L'opposizione si manifestò attraverso azioni di propaganda politica all'interno della città, sabotaggi contro le infrastrutture nazifasciste, e, soprattutto, con l'ondata di scioperi degli operai nel marzo 1944. Nei primi giorni dell'aprile 1945 le forze partigiane si unirono in un comitato con lo scopo di preparare l'insurrezione, che doveva collegarsi all'offensiva, prevista per la primavera, delle truppe alleate. Il 24 aprile 1945 iniziarono gli scontri e tra il 25 e il 26 successivi tutti gli edifici pubblici, le caserme e le stazioni ferroviarie poterono dirsi in mano agli insorti. Il 26 aprile 1945 il CLNAI nominò il socialista Antonio Greppi sindaco di Milano, e Riccado Lombardi prefetto. Gli ultimi reparti tedeschi si arresero due giorni dopo, mentre la polizia e le SS tedesche, asserragliate nei locali dell'Hotel Regina, si consegnarono alle truppe alleate il 30 aprile. Mussolini, fuggito da Milano verso Como, venne catturato e giustiziato il 28 aprile 1945 a Giulino di Mezzegra (CO). Il suo corpo, insieme a quelli di Claretta Petacci, Bombacci, Pavolini e Starace, fu trasportato a Milano ed esposto in Piazzale Loreto, nello stesso luogo in cui il 10 agosto 1944 erano stai fucilati e lasciati esposti al pubblico 15 partigiani. Milano, per i sacrifici della sua popolazione e per la sua partecipazione nella lotta partigiana, è tra le città decorate con la Medaglia d'Oro al Valor Militare. Bibliografia e approfondimenti:

  • Enzo Collotti, Renato Sandri, Frediano Sessi (a cura di), Dizionario della Resistenza, 2 voll., G. Einaudi Editori, Torino 2001;
  • Vito Paticchia (a cura di), Percorsi della memoria. 1940-1945: la storia, i luoghi, con la collaborazione di Paolo Zurzolo, Clueb, Bologna 2005;
  • Edgarda Ferri, L'alba che aspettavamo. Vita quotidiana a Milano nei giorni di Piazzale Loreto. 23-30 aprile 1945, A. Mondadori Editore, Milano 2005;
  • sito del Comune di Milano;
  • sito ufficiale del Turismo a Milano;
  • sito della seziona ANPI di Milano.

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