Regolamentate con Regio decreto n.1423 del 4 novembre 1932, Nuove disposizioni per la concessione delle medaglie e della croce di guerra al Valor Militare, e successive modificazioni, le decorazioni al Valor Militare furono istituite per "esaltare gli atti di eroismo militare, segnalando come degni di pubblico onore gli autori di essi e suscitando, a un tempo, lo spirito di emulazione negli appartenenti alle forze militari".
Le Medaglie d'Oro, d'Argento e di Bronzo e la Croce al Merito possono essere concesse anche per imprese di carattere militare compiute in tempo di pace. La Croce di Guerra al Valor Militare si conferisce solo in tempo di guerra.
Le proposte sono vagliate da una commissione militare costituita appositamente, mentre il conferimento avviene per decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro della Difesa.
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, la neonata Repubblica Italiana sentì l'obbligo di ricompensare, con le decorazioni al Valor Militare, gli autori di atti di eroismo militare: non solo i singoli combattenti, militari o partigiani, ma anche quelle istituzioni territoriali (città, comuni, regioni, università) a cui era stato riconosciuto un ruolo rilevante nella Guerra di Liberazione.
Per gli atti compiuti durante la Seconda Guerra Mondiale e la lotta di Liberazione sono state decorate fino ad oggi:
Bibliografia e approfondimenti:
Furono numerose le donne che presero parte alla Resistenza, anche se la maggior parte delle loro storie è stata oggi dimenticata.
Secondo i dati raccolti dall’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani), le donne partigiane combattenti furono 35.000, e 70.000 fecero parte dei Gruppi di Difesa della Donna: 4.653 di loro furono arrestate e torturate, oltre 2.750 vennero deportate in Germania, 2.812 fucilate o impiccate, 1.070 caddero in combattimento. Di tutte loro, furono 19 le donne che, nel dopoguerra, vennero decorate con la Medaglia d’Oro al Valor Militare della Resistenza (1943-1945), di cui: