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Cuneo (CN)

Capoluogo dell'omonima provincia piemontese, la città di Cuneo fu fondata nel 1198 su un altopiano a triangolo, a "cuneo" appunto, posto alla confluenza tra il fiume Stura e il torrente Gesso. Sorge nella parte occidentale della regione e il suo territorio si trova in posizione centrale rispetto all'arco delle Alpi sud-occidentali, dominato dal Monviso, dall'Argentera, dalla Rocca dell'Abisso e dalla Bisalta. Da sempre legata al nome e all'operato di Giovanni Giolitti, durante il ventennio fascista Cuneo fu pressoché estranea a manifestazioni di particolare adesione corale al regime, sebbene negli anni '20, oltre alla costituzione del Fascio cittadino, fosse iniziato il periodo dell'architettura razionalista che caratterizzò i progetti urbanistici. Il 10 giugno 1940, con la dichiarazione di guerra alla Gran Bretagna e alla Francia, la città fu invasa da migliaia di reclute: molti furono i giovani cuneesi che partirono per il fronte, soprattutto quello russo, ma pochi riuscirono a ritornare a casa. Il 25 luglio 1943, all'annuncio della caduta di Mussolini e della continuazione della guerra a fianco della Germania, Cuneo divenne teatro di un manifestazione popolare nel centro cittadino nel corso della quale l'avvocato Tancredi "Duccio" Galimberti del Partito d'Azione proclamò la volontà di capovolgere l'alleanza e combattere contro i tedeschi. E infatti, subito dopo l'Armistizio, mentre i carri armati tedeschi entravano in città il 12 settembre 1943, Galimberti con un gruppo di compagni si allontanò per dare vita sulle montagne circostanti alla bande partigiane di Italia Libera. Occupata da una colonna di SS al comando del maggiore Joachim Peiper - tra l'altro, divenuto tristemente famoso per l'eccidio di civili e l'incendio dell'abitato della cittadina di Boves il 19 settembre 1943 - Cuneo venne sottoposta ad un duro regime di controlli da parte dei tedeschi e delle molteplici milizie della Repubblica Sociale Italiana via via succedutisi nel presidio, in un clima di terrore squadristico tanto più aspro in quanto, alla manifesta estraneità e ostilità della popolazione, faceva riscontro la pressione partigiana nell'immediata periferia. L'occupazione nazifascista durerà fino all'avanzata partigiana dell'aprile 1945 quando le unità delle formazioni GL e Garibaldi, al comando di Ettore Rosa "Ettore", comandante della V Zona del CVL piemontese, muoveranno all'attacco della città presidiata dalle truppe tedesche, guadando anche il fiume Stura, e liberandola dopo tre giorni di scontri, il 28 aprile. Per gli strettissimi collegamenti politici e operativi con le formazioni partigiane della provincia e con i centri dirigenti il movimento di liberazione piemontese, Cuneo è considerata una delle capitali della lotta di liberazione italiana e, non a caso, qui è stato costruito il monumento alla Resistenza Italiana. Nel corso della lotta i partigiani caduti della provincia di Cuneo sono stati più di duemila, 890 i civili, 180 deceduti nei lager e 142 i comuni bersaglio di rappresaglie con oltre settecento case distrutte. Per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività partigiana, il 1° agosto 1947 la città è stata insignita della Medaglia d'Oro al Valor Militare con la seguente motivazione: "Fedele alle sue antiche glorie guerriere ed alla sua forte tradizione patriottica, consacrava ogni sua migliore energia al movimento di resistenza. Per venti mesi ininterrotti, possente e paziente, la Città dei sette assedi promosse, organizzò, sostenne con animo indomito e costante, nelle montagne e nelle pianure della provincia, la guerra partigiana, di cui fu il cuore generoso ed il cervello sagace. Dal primo momento della lotta sino alla liberazione, offrendo prodigalmente al movimento partigiano il fiore dei suoi figli, non piegando dinanzi all'oppressione inumana, sopportando fortemente pene e sacrifici, fu esempio, simbolo, guida, espressione delle virtù militari e dei valori civili della resistenza. 2000 caduti, 1000 assassinati, 2200 invalidi, 1400 deportati costituiscono il suo glorioso serto stillante sangue purissimo di eroi, dalla Patria riconoscente consacrati all'immortalità. Cinta d'assedio e presa d'assalto dagli stessi suoi figli partigiani, unendo l'impeto degli assalitori all'insurrezione concorde dei cittadini, con una battaglia di quattro giorni per le strade insanguinate, seppe con le sole sue forze risolvere l'abbraccio filiale dell'ottavo assedio nel trionfo della liberazione. 8 settembre 1943 - 29 aprile 1945" Bibliografia e approfondimenti:

  • Enzo Collotti, Renato Sandri, Frediano Sessi (a cura di), Dizionario della Resistenza, 2 voll., G. Einaudi Editore, Torino 2001;
  • Ersilia Alessandrone Perona, Alberto Cavaglion (a cura di), Luoghi della memoria, memoria dei luoghi nelle regioni alpine occidentali 1940-1945, BLU Edizioni, Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della Società Contemporanea "Giorgio Agosti", 2005;
  • portale istituzionale del Comune di Cuneo;
  • sito provinciale dell'Anpi di Cuneo.

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