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Brigate Giustizia e Libertà

Giustizia e Libertà (GL) nacque come movimento politico, e non come partito, a Parigi nel 1929 da un gruppo di esuli antifascisti di diverse tendenze, tra cui emerse come leader Carlo Rosselli. Durante la guerra di Liberazione GL fu una tra le più attive nell'organizzare gruppi di resistenza, ricollegati  direttamente al Pd'A e che ebbero come segno distintivo dei fazzoletti di colore verde.

Il nome stesso del movimento ne sintetizzava il programma: gli aderenti avevano quale obiettivo quello di generare le condizioni per una rivoluzione antifascista in Italia, per costruire uno stato nuovo che andasse oltre il vecchio stato liberale, verso un modello avanzato di democrazia basato sulla giustizia sociale e che sintetizzasse in sé il ricco patrimonio culturale del Risorgimento. Sicuramente ciò che influenzò i tratti caratteristici del movimento fu la formazione culturale di Carlo Rosselli, il quale riteneva necessario non solo sconfiggere il Regime, ma anche sradicare le condizioni politiche, sociali, culturali ed economiche che ne avevano favorito la nascita.

Nel gennaio 1943 componenti di Giustizia e Libertà e altri uomini politici di orientamenti liberal-socialisti, repubblicani, socialisti e democratici diedero vita al Partito d'Azione che, raccogliendo l'eredità del movimento, mirava al cambiamento radicale della società italiana, rivendicando tra l'altro una società futura laica e secolarizzata.

Nel periodo resistenziale, già subito dopo l'8 settembre 1943, GL fu attivissima nell'organizzare bande di partigiani, dette "gielline" o "gielliste", il cui segno di riconoscimento erano dei fazzoletti di colore verde. Queste formazioni si ricollegavano direttamente agli organi politici e militari del Partito d'Azione e, numericamente, furono seconde solo alle bande garibaldine, promosse dal Partito Comunista. Esponenti di spicco di queste formazioni durante la Resistenza furono Ferruccio Parri "Maurizio", coordinatore del comando militare del CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale dell'Alta Italia), poi vicecomandante del CVL (Corpo Volontari della Libertà, comando generale per l'Alta Italia occupata); Ugo La Malfa; Emilio Lussu e Riccardo Lombardi, nominato nel 1945 prefetto di Milano dal CLNAI.

Bibliografia e approfondimenti:

  • Roberto Battaglia, Storia della Resistenza italiana. 8 settembre 1943-25 aprile 1945, G. Einaudi Editore, Torino 1964;
  • Pietro Secchia, Enciclopedia dell'Antifascismo e della Resistenza, La Pietra, Milano 1971;
  • Arrigo Boldrini, Enciclopedia della Resistenza, Teti Editore, Milano 1980;
  • Enzo Collotti, Renato Sandri, Frediano Sessi (a cura di), Dizionario della Resistenza, 2 voll., G. Einaudi Editore, Torino 2001;
  • per ulteriori informazioni è possibile visitare il sito ufficiale dell'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia).

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