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Bergamo (BG)

Comune della Lombardia e capoluogo di provincia, Bergamo sorge ai piedi delle ultime propaggini meridionali delle Alpi Orobie, in posizione intermedia tra gli sbocchi delle valli Brembana e Seriana. L'abitato si compone di due parti: il nucleo più antico, la città alta, situato su un colle, e la città bassa, ai piedi del colle, accresciuta in seguito all'espansione industriale e all'incremento demografico. Durante la Seconda Guerra Mondiale la città ebbe la fortuna di non subire alcun bombardamento, se non nel vicino Comune di Dalmine dove era situata una fabbrica di produzione di materiale bellico. L'8 settembre 1943 Bergamo fu segnata da un avvenimento: nella zona della Grumellina, frazione non lontana dalla città, era presente un campo di prigionieri di guerra sotto direzione tedesca, che raccoglieva circa 7.000 prigionieri delle più svariate nazionalità (erano presenti inglesi, russi, francesi, serbi, croati, greci, ciprioti, ecc.). In seguito alla confusione che si creò dopo l'Armistizio, circa 3.000 di essi riuscirono a fuggire e a trovare rifugio sui colli che circondano la città. Immediatamente si manifestarono iniziative di sostegno da parte della popolazione della zona, che li rifornì di cibo e di vestiario e non mancarono neppure coloro che offrirono ospitalità accogliendoli nelle proprie abitazioni. Il 10 settembre arrivò a Bergamo una colonna autotrasportata tedesca con poche centinaia di uomini bene armati. Senza incontrare alcuna forma di resistenza procedette all'occupazione dei punti nevralgici del centro, del distretto militare e delle caserme, dalle quali i soldati privi di qualsiasi direttiva, erano fuggiti abbandonando armi e divise per tornare alle proprie case. Nei mesi successivi si susseguirono bandi che assoggettarono l'intera provincia al diritto di guerra germanico e che imposero la consegna immediata dei militari italiani sfuggiti alle retate dei giorni successivi all'8 settembre e la consegna di tutti i prigionieri di guerra che, liberati al momento dell'armistizio, erano stati costretti di nuovo a nascondersi per il sopraggiungere dei tedeschi. Ciononostante la popolazione continuò a fornire il proprio aiuto: gli abitanti che ben conoscevano il territorio, gli operai, le organizzazioni cattoliche ed il Partito d'Azione si attivarono per organizzare, attraverso la via della montagna, l'espatrio degli ex prigionieri verso la vicina Svizzera. Accanto a questa Resistenza civile, partigiani delle Brigate Garibaldi e Fiamme Verdi si resero protagonisti di episodi di grande valore, sia nelle vallate che sulle montagne. Le operazioni insurrezionali nella Bergamasca si svolsero tra la sera del 24 aprile 1945, con la liberazione dei Comuni di Ambria e Zogno da parte della 24^ Brigata Giustizia e Libertà, e il pomeriggio del 30, quando dopo quattro giorni di scontro si arresero le ultime SS della colonna Thaler, proveniente dal Bresciano. Le forze partigiane entrarono a Bergamo il 27 aprile e alle ore 7 del giorno dopo il capitano delle SS Fritz Langer firmò la resa del comando di piazza tedesco. Alla Resistenza bergamasca sono stati riconosciuti più di 800 partigiani combattenti, 336 caduti e 154 feriti.

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