La storia di Anzola dell'Emilia tra la fine del XIX e la prima metà del XX secolo è caratterizzata da numerose battaglie politico-sociali combattute sul territorio: dalla sommossa contro la tassa del macinato nel 1869, alle lotte dei braccianti del 1903 che portarono alla conquista del primo aumento salariale, fino alla protesta degli anzolesi nel 1906 contro gli sfratti e la mancanza di case per i poveri, che indusse l'amministrazione a costruire case operaie nel borgo capoluogo. Sempre tra la fine dell'800 ed i primi del '900 si svilupparono le prime organizzazioni politiche e sindacali, nonché le prime esperienze cooperative che porteranno, fra il 1904 ed il 1906, alla costituzione delle cooperative di consumo e di lavoro, ponendo il paese all'avanguardia in questo settore. Altre tappe fondamentali furono la costruzione delle scuole elementari nelle frazioni, la costruzione della Casa del Popolo (1910), l'edificazione delle case operaie, la definizione della piazza principale del capoluogo (1924-25) e la costruzione delle scuole elementari (1927). L'inaugurazione del campo sportivo (1925-26) e l'asilo parrocchiale diedero definitivamente ad Anzola la configurazione urbanistica e sociale che ha retto fino alla Seconda Guerra Mondiale. Gli anni del conflitto furono anni di pesante razionamento dei già scarsi generi alimentari e di tutto quello che serviva a sostenere le truppe. Dopo l'Armistizio dell'8 settembre 1943, anche Anzola visse gli aspetti più tragici di quel periodo: l'esercito era allo sbando e numerosi militari anzolesi vennero internati nei campi di lavoro e di sterminio. Le truppe nazifasciste occuparono il paese: il comando tedesco della Wermacht era infatti alloggiato nella Villa Orsi Mangelli. L'Antifascismo era molto radicato nel tessuto sociale della comunità e di conseguenza la Resistenza coinvolse persone dei più diversi orientamenti politici. Nell'autunno del 1943, dopo la caduta del regime fascista, coloro che per anni ne avevano subito le persecuzioni costituirono le prime basi partigiane. Con la nascita della Repubblica Sociale, poi, entrarono nella lotta anche soldati dell'ex Esercito Italiano e coloro che rifiutarono la chiamata alle armi. Sul territorio comunale operarono tra il 1943 ed il 1945 la 7^ Brigata partigiana, a cui appartenevano i 67 partigiani del distaccamento "Tarzan" di Anzola che nel novembre del 1944 presero parte alla battaglia di Porta Lame a Bologna, e la 63^ Brigata "Bolero" che aveva come zona di operazioni il territorio tra Monte San Pietro e San Giovanni in Persiceto. La Resistenza anzolese si avvalse di un ampio appoggio popolare che nasceva dal forte legame tra i combattenti e la popolazione: nel territorio di Anzola le basi partigiane furono ben 28 e fondamentale fu anche il ruolo delle donne impiegate come staffette. Al termine della guerra i partigiani anzolesi morti in combattimento furono 32, a cui si aggiungono i 12 morti nel campo di concentramento di Mauthausen. Ma non si possono dimenticare soprattutto le vittime dei numerosi rastrellamenti ed in particolare di quello del dicembre 1944: all'alba del 5 dicembre 1944, SS e fascisti locali avviarono un'ampia operazione a nord-est di Bologna, fra Anzola, Calderara di Reno e Amola di Piano, alla ricerca di partigiani. Ad Anzola i tedeschi cercarono innanzitutto i partigiani del battaglione "Tarzan", reduci di Porta Lame; entrarono nelle case coloniche, bruciarono le abitazioni, razziarono denaro, animali, frumento. Alcuni degli arrestati furono internati in Germania, mentre altri furono inviati nelle carceri bolognesi di S. Giovanni in Monte. Il 20 aprile fu il giorno della liberazione di Anzola dell’Emilia. Il 21 - giorno dopo l’arrivo degli Alleati - un gruppo di fascisti cercò di forzare il blocco stradale e caddero le ultime vittime anzolesi del conflitto. Dopo la Liberazione, per volontà della Amministrazione comunale, la maggior parte di strade e monumenti anzolesi fu intitolata a vittime del fascismo, a partigiani morti durante la Resistenza e a deportati morti nei campi di concentramento. Anzola è tra le città decorate con la Croce di Guerra al Valor Militare (decreto della Presidenza della Repubblica del 1994) per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la Seconda Guerra Mondiale. Bibliografia e approfondimenti: