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Fabbrico (RE)

Tra l'Armistizio e la Liberazione, una serie di avvenimenti piccoli e grandi cambiarono il destino dell'Italia. L'offensiva alleata su tutti i fronti, il lento ma costante accorciamento del territorio italiano sotto il controllo tedesco e lo sfaldarsi delle precarie strutture neo-fasciste rappresentarono lo sfondo entro cui si svolse, nelle città come nei piccoli angoli di provincia, il dramma di una lotta spesso eroica, spesso tragica e angosciosa, ma sempre sorretta dalla speranza certa di un esito vittorioso. Fabbrico fu senz'altro uno dei luoghi storicamente significativi di questa lotta. Già a partire dal settembre del 1943, mentre la provincia di Reggio assisteva all'occupazione militare da parte dei nazisti, gli antifascisti organizzavano l'assistenza ai militari sbandati e sfuggiti alla cattura tedesca, raccoglievano armi e munizioni per l'imminente guerriglia e promuovevano contatti con altri movimenti antifascisti. Nell'autunno del 1943, subito dopo la costituzione del CLN provinciale di Reggio Emilia (28 settembre), venne formato il CLN di Fabbrico grazie ai contatti politici promossi da Armando Bellesia "Angiolino"; mentre a Novellara si insediò un presidio della GNR con giurisdizione sulla zona comprendente anche Fabbrico, Campagnola e Reggiolo. Il 1944 fu un anno in cui si susseguirono, da un lato, sabotaggi da parte dei partigiani, dall'altro, scontri e rappresaglie tedesche. Tra la fine di novembre e l'inizio di dicembre del 1944, l'area di Rolo, Fabbrico, Rio Saliceto, Correggio, San Giovanni della Fossa e Bagnolo fu oggetto di un rastrellamento sotto il comando del maggiore Schmidt. Furono effettuate perquisizioni, verifiche di documenti, fermi di civili. Al rastrellamento di Fabbrico, eseguito il 29 novembre, parteciparono vari reparti fascisti reggiani e furono catturati, per poi essere consegnati ai tedeschi e trasferiti nei lager nazisti, alcuni renitenti alla leva della RSI. Ma la storia di Fabbrico visse la sua pagina più intensa nel febbraio del 1945, in seguito allo scontro con i partigiani, avvenuto il 26 dello stesso mese sulla strada per Campagnola, nel quale vennero uccisi due graduati tedeschi, quattro militi fascisti e un capitano della Brigata Nera. Il mattino del giorno seguente, 27 febbraio, oltre un centinaio di militi fascisti entrarono a Fabbrico e catturarono diversi ostaggi, tra i quali vecchi, donne e bambini. Li costrinsero a sfilare davanti al cadavere di uno dei fascisti uccisi il giorno prima, dopodiché li tennero ammassati per molto tempo sotto la minaccia delle armi, pronti a fucilarne una decina se entro le 14:30 non fosse stato trovato il corpo del capitano della Brigata Nera morto nello scontro a fuoco del giorno precedente. Nel frattempo i partigiani di Fabbrico e di Rolo si portarono sulla strada per Campagnola e aspettarono i fascisti che, usciti dal paese, avanzavano su due file ai lati della strada, inframmezzati dai 22 ostaggi che avevano deciso di fucilare per rappresaglia proprio sul luogo dello scontro del giorno precedente. Giunta a tiro, la colonna fascista venne investita dal fuoco delle armi partigiane, accresciute nel frattempo dall'arrivo del distaccamento di Rio Saliceto. Tuttavia, i partigiani dovettero combattere in condizioni estremamente sfavorevoli, poiché i fascisti si facevano scudo con i civili che tenevano in ostaggio. Il combattimento si protrasse ininterrottamente per quasi due ore: i fascisti, intenti a fronteggiare i partigiani, non si curarono più degli ostaggi che così poterono rientrare salvi nelle proprie case. Caddero in combattimento i partigiani Leo Morellini, Piero Foroni e Luigi Bosatelli, e anche uno dei civili in ostaggio, Genesio Corgini. La battaglia del 27 febbraio segnò di fatto la fine del potere nazifascista su Fabbrico che, pur bersagliata da ulteriori puntate nemiche nei dintorni (con altre vittime), fu da allora abbastanza stabilmente presidiata dalle forze partigiane. Al comune di Fabbrico è stata conferita la Medaglia di Bronzo al Valor Militare con la seguente motivazione: "Dopo l'armistizio e durante l'occupazione tedesca, la popolazione di Fabbrico, unanime nella Resistenza, solidale con le formazioni partigiane, costante nelle dure rappresaglie, dava prova di devozione alla patria e agli ideali di libertà". Bibliografia e approfondimenti:

  • Rolando Cavandoli, Un popolo resistente. Fabbrico 1919-1946 Comune decorato di Medaglia di Bronzo al Valor Militare della Resistenza, Edizione Anpi, Fabbrico 1986;
  • Gianni Amaini, La battaglia di Fabbrico: 26-27 febbraio 1945. Fatti e forze in campo di quel mercoledì a due mesi dalla fine della guerra, VV. Universitaria, Verona 2006;
  • Anpi-Sezione di Fabbrico e Comune di Fabbrico, in collaborazione con Istoreco, L'altra metà della storia. Il contributo delle donne reggiane dalla Resistenza ad oggi, 2008.

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