L'espressione renitenza alla leva indica il reato in cui incorre chi, essendo iscritto nelle liste di leva, senza legittimo motivo, non si presenta nel giorno indicato nei manifesti alla chiamata alle armi, o alla visita del consiglio di leva per l'arruolamento, o alla nuova visita per la conferma o la revoca della precedente ri-forma. Con la formazione della Repubblica di Salò e del nuovo esercito, molti giovani non risposero al Bando Graziani e quindi i renitenti salirono in modo notevole.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, dopo l'8 settembre 1943 e la conseguente dissoluzione delle forze armate italiane, obiettivo obbligato e prioritario della neonata Repubblica di Salò fu la ricostituzione di un esercito in grado di combattere al fianco dei tedeschi contro gli Alleati. Nuovo Ministro della Difesa Nazionale fu nominato Rodolfo Graziani al quale spettò anche il compito di costituire un esercito regolare.
La campagna di reclutamento dei giovani di leva, prima con il bando del 9 ottobre 1943, poi con quello del 18 febbraio 1944 (il cosiddetto Bando Graziani che prevedeva la pena di morte per tutti coloro che non si fossero presentati alla chiamata alle armi), fu un fallimento. Nel marzo del 1944 solo ventimila reclute erano in Germania per l'addestramento. Il loro impiego al fronte fu quasi nullo, più consistente invece nella repressione antipartigiana.
I giovani renitenti alla leva non andarono solo ad ingrossare le fila dei partigiani: molti semplicemente si nascosero e non pochi vennero reclutati dall'Organizzazione Todt e da altri organismi tedeschi.
Bibliografia e approfondimenti: