Comune emiliano a 10 km a sud di Reggio Emilia, Albinea si estende sulle prime colline reggiane alla destra del torrente Crostolo. Il suo territorio è inoltre attraversato dal torrente Lavezza, dal rio Lavacchiello, dalla Lodola e dal rio Arianna. Ricco di bellezze paesaggistiche e naturalistiche, come pure di edifici storici e di rilievo artistico, Albinea nel corso della prima metà del Novecento ha vissuto in pieno gli eventi che hanno segnato la storia d'Italia. Durante la Seconda Guerra Mondiale e, in particolare, negli anni dell'occupazione tedesca, Albinea si vide trasformata in una delle più munite piazzeforti naziste, in diretto collegamento con Berlino. La frazione di Botteghe divenne la sede della 5^ Sezione del comando generale tedesco in Italia ed il quartier generale del 51° Gebirgskorps, il corpo alpino tedesco dislocato sulla Linea Gotica occidentale tra La Spezia ed il confine bolognese. A Villa Rossi si stabilì un comando superiore germanico, con a capo il generale Seegner. Altri comandi e servizi presero posto altrove: a Villa Calvi lo Stato Maggiore, a Villa Viani il centro telefonico e telegrafico, a Villa Sozzi il commissariato, a Villa Farri l'ufficio cartografico, a Villa Dall'Ara il comando di polizia, al molino di Villa Vezzosi le prigioni, a Villa Degola la mensa degli ufficiali, al seminario un reparto della Wehrmacht e nell'appartamento del dott. Coloretti, medico condotto accorso tra i partigiani, la sede del comando di piazza. La relativa tranquillità e il riparo di cui godevano i comandi tedeschi, almeno per l'inverno 1944-'45, dalle insidie della guerriglia partigiana e dagli attacchi aerei alleati, furono bruscamente infranti la notte del 27 marzo 1945 quando ebbe inizio una delle più audaci imprese nella storia della Resistenza reggiana, ossia la battaglia di Villa Rossi e Villa Calvi che vide impegnati un centinaio di partigiani di varia nazionalità. La notte del 27 marzo 1945, infatti, 20 partigiani della 26^ Brigata Garibaldi, al comando di Gianni Farri; 5 partigiani della 145^ Brigata Garibaldi, al comando di Antonio Mattioli; 20 paracadutisti inglesi, al comando del capitano Lees; 40 soldati russi, al comando di Pigorov "Modena" e una ventina di "Gufi Neri", al comando di Glauco Monducci "Gordon", sferrarono un attacco a sorpresa al comando generale tedesco di Botteghe di Albinea. L'attacco, guidato dal maggiore inglese Roy Farran, fu lanciato con la carica di una cornamusa suonata dallo scozzese David Kirkpatrick che si paracadutò in kilt qualche giorno prima sull'Appennino Reggiano. Nell'azione segreta, che portava il nome in codice di Operazione Tombola, morirono tre paracadutisti inglesi (J.A. Riccomini, S. Bolden, S. Guscott) a Villa Rossi. Le perdite tedesche tra morti e feriti furono di 60 uomini. Il comando, in collegamento diretto con il quartier generale del Terzo Reich a Berlino, fu distrutto e con essa tutta la cartografia. Le ville furono fortemente danneggiate a causa delle fiamme (oggi sono state restaurate e si presentano praticamente identiche ad allora, anche se Villa Calvi porta ancora i segni di quella notte del marzo 1945). L'azione accelerò lo sfondamento della Linea Gotica da parte degli anglo-americani, tanto che Roy Farran fu decorato dall'esercito statunitense. I capi partigini italiani Gianni Farri e Glauco Monducci furono decorati rispettivamente con la Bronze Star americana e con la Medaglia d'Argento al Valor Militare. Il fatto che i caduti nella battaglia fossero solo inglesi convinse i tedeschi che l'assalto alle ville era stata opera di un reparto alleato e non già di formazioni partigiane e perciò la rappresaglia contro la popolazione di Albinea fu più blanda del previsto. A partire dal 31 marzo, comunque, i tedeschi iniziarono la loro ritirata, che si concluse il 17 aprile successivo con il passaggio di un'ultima colonna motorizzata. Il 23 aprile 1945 Albinea poté finalmente dirsi liberata.
Bibliografia e approfondimenti: