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Collaborazionismo

Attività di collaborazione con uno stato nemico e occupante o con una classe sociale avversaria.

Il termine è diventato di uso comune durante la Seconda Guerra Mondiale per indicare l'appoggio fornito dalle forze politiche delle nazioni invase agli occupanti tedeschi, italiani o giapponesi. Consisteva in una vera e propria forma di governo in cui i vertici dell'apparato istituzionale e burocratico si mettevano al servizio dei paesi stranieri che, in questo modo, avevano la possibilità di controllare il territorio invaso e la sua politica senza il dispiegamento di ingenti forze militari. Governo collaborazionista per eccellenza fu quello instaurato dai tedeschi in Norvegia e presieduto da Vidkun Quisling (1940-1945); tali furono anche in Europa i governi della Francia di Vichy (1940-1944) guidato dal generale Philippe Petain; quello della Repubblica Sociale Italiana (1943-1945) di Benito Mussolini e il governo degli ustascia in Croazia.

In Italia, collaborazionismo fu chiamato anche il reato di collaborazione con i tedeschi previsto dal 1944 dal Codice Penale militare di guerra.

Bibliografia e approfondimenti:

  • Dizionario di storia, Bruno Mondadori Ed., Milano 1995;
  • Enzo Collotti, Renato Sandri, Frediano Sessi (a cura di), Dizionario della Resistenza, 2 voll., G. Einaudi Editore, Torino 2000;
  • Pierre Milza, Serge Berstein, Nicola Tranfaglia, Brunello Mantelli, Dizionario dei fascismi. Personaggi, partiti, culture e istituzioni in Europa dalla Grande Guerra ad oggi, Bompiani, Milano 2002.

Approfondimenti al femminile

Tra il 1943 e il 1945 furono molte le donne che aderirono alla Repubblica Sociale Italiana (RSI) e si schierarono a fianco dei tedeschi. Il collaborazionismo femminile fu una realtà estremamente complessa e variegata che non si può ridurre solo all’immagine della militante del SAF (Servizio Ausiliario Femminile), pronta a fornire conforto e aiuto materiale nelle retrovie, mantenendo i tratti peculiari della femminilità, primo fra tutti l’estraneità all’uso delle armi e alla violenza.

Nella realtà, chi scelse di schierarsi dalla parte della Repubblica Sociale Italiana scelse anche di collaborare in modi e forme diverse con l’occupante tedesco attraverso il coinvolgimento diretto nelle azioni e nelle pratiche di violenza della guerra civile. Aderendo alla RSI, le donne, con le loro azioni, combatterono quella guerra in prima persona, fino in fondo e ad ogni costo, anche prendendo le armi. Entrarono a far parte delle Brigate Nere, lavorarono per la Guardia Nazionale Repubblicana o nello spionaggio tedesco.

Molteplici furono anche le motivazioni che spinsero queste donne a tutto ciò: adesione fanatica agli ideali fascisti e patriottici, desiderio di vendetta e/o odio personale verso le persone denunciate, miseria materiale (e morale). Molto più spesso, semplicemente per soldi.

Nel dopoguerra queste donne furono processate e condannate per collaborazionismo, ma la loro storia non si concluse nelle aule dei tribunali: le scelte politiche dei governi e i numerosi provvedimenti di clemenza (amnistie, grazie, liberazioni condizionali), a partire dall’amnistia Togliatti del 1946, permisero, nel giro di un decennio, il ritorno in libertà degli ex fascisti, uomini e donne.

Bibliografia e approfondimenti:

  • Cecilia Nubola, Fasciste di Salò, Editori Laterza, Roma-Bari 2016;
  • Roberta Cairoli, Dalla parte del nemico. Ausiliarie, delatrici e spie della Repubblica Sociale Italiana (1943-1945), Mimesis. Passasto Prossimo, Milano-Udine 2013;
  • Michela Ponzani, Guerra alle donne. Partigiane, vittime di stupro, “amanti del nemico”. 1940-1945, Einaudi, Torino 2012;
  • Francesca Alberico, La “donna velata”: un caso di collaborazionismo femminile nell’imperiese, in “Storia e memoria”, anno XVII, n.1/2008, Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea;
  • Sergio Bugiardini (a cura di), Violenza, tragedia e memoria della Repubblica Sociale Italiana, Carozzi, Roma 2006;
  • Maura Firmani, Oltre il SAF: storie di collaborazioniste della RSI, in Dianella Gagliani (a cura di), Guerra Resistenza Politica. Storie di donne, Aliberti Editore, Reggio Emilia 2006;
  • Marina Addis Saba, La scelta. Ragazze partigiane, ragazze di Salò, Editori Riuniti, Roma 2005;
  • Maria Fraddosio, La militanza femminile fascista nella Repubblica Sociale Italiana. Miti e organizzazione, in “Storia e problemi contemporanei”, n.24, a.XII, Clueb, Bologna 1999;
  • Marino Vigano, Donne in grigioverde, Il Settimo Sigillo, Roma 1995.

Collaborazionismo – Per saperne di più…Approfondimenti al femminile


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