Comune Montano in provincia di Parma, Valmozzola è situato nella Val Taro ed è attraversato dal torrente Mozzola. Durante la Seconda Guerra Mondiale, in particolare dopo l'8 settembre 1943, il territorio ebbe un posto di primaria importanza: per la sua posizione geografica, resa difficilmente accessibile per quei tempi, Valmozzola e la sua valle furono scelti, già negli ultimi mesi del 1943 ed i primi del 1944, come base per i primi resistenti, tra i quali Mario Betti, Edoardo e Fosco Frazzoni ed altri soldati sbandati del Regio Esercito Italiano. I prigionieri alleati, fuggiti dal campo di Fontanellato, trovarono sicurezza e aiuto nella gente della Val Mozzola. Il primo Comando Unico di tutte le formazioni parmensi ebbe la sua sede a Castello di Mariano e, da una piccola casa al centro della frazione, il comandante "Pablo" emanò i suoi primi ordini a tutte le brigate. A Valmozzola e al suo territorio è legato in particolare un episodio avvenuto nel marzo del 1944: alla stazione di Valmozzola, infatti, ebbe luogo la prima azione di rappresaglia fascista del Parmense contro nuclei partigiani. Appresa la notizia che da qui sarebbe transitato un convoglio con a bordo tre partigiani catturati perché renitenti alla leva, un gruppo di "ribelli", comandato dal partigiano Mario Betti e acquartierato in zona, decise di liberarli. Il mattino del 12 marzo 1944 gli uomini del nucleo irruppero nella stazione, bloccarono il treno e intimarono la resa ai militari presenti, i quali però reagirono: nello scontro che seguì persero la vita alcuni partigiani, tra cui il comandante del gruppo e alcuni militi fascisti. I renitenti furono liberati mentre i militari furono fatti prigionieri. La banda partigiana, abbandonata la stazione, si rifugiò a monte, dividendosi. Sei prigionieri vennero fucilati mentre gli altri, tra cui alcuni tedeschi, furono in seguito liberati. La reazione fascista non si fece attendere: il 18 marzo i militi pontremolesi della X MAS fecero scattare la rappresaglia e fucilarono, nello stesso luogo dove era avvenuta l'azione partigiana, otto detenuti prelevati dal carcere di Pontremoli. La vendetta si estese a tutto il territorio pontremolese, dove furono portate a termine vaste operazioni di rastrellamento. La stampa parmense, che attribuì all'evento una grande importanza, ribadì la necessità, da parte fascista, di mantenere il controllo del territorio e soprattutto di dimostrare ai partigiani e a tutta la popolazione la propria intransigenza. Ciononostante la Resistenza continuò e, per tutto il periodo partigiano, tanti semplici combattenti e tanti famosi comandanti trovarono nel territorio della Valmozzola rifugio e ristoro. Dal 2005, in occasione del sessantesimo della Liberazione, nella sede del Comune di Valmozzola, nella frazione di Mormorola, è stata allestita una sala espositiva che raccoglie cimeli e documenti sulla guerra e sulla Resistenza in questa valle.
Bibliografia e approfondimenti: