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Berlino (GERMANIA)

Capitale della Repubblica Federale Tedesca e sede del suo governo, Berlino è la città maggiore della Germania e, allo stesso tempo, costituisce un Land di 889 kmq, posto nella parte centrale dello Stato Federato del Brandeburgo. La posizione geografica della città, posta lungo le rive della Sprea, alla confluenza nel fiume Havel, in una pianura sabbiosa circondata da colline, fu all'origine dello sviluppo urbano, divenuto particolarmente intenso dalla fine del XIX secolo con l'espansione delle attività industriali e commerciali. La vera e propria esplosione dell'area metropolitana si verificò nel periodo compreso fra le due guerra mondiali. Oggi Berlino è uno dei più importanti centri politici, culturali, scientifici, fieristici e mediatici d'Europa e, dopo Londra, il secondo comune più popoloso dell'Unione Europea. Durante la Repubblica di Weimar (1919-1933) la vita culturale di Berlino era tanto ricca da farne una sorta di centro mondiale delle avanguardie artistiche e letterarie (espressionismo, cabaret, teatro proletario, ecc.). Con l'ascesa di Hitler al potere gli assetti della città mutarono notevolmente. Berlino divenne il teatro delle vicende del nazismo: dall'incendio del Reichstag nel 1933 alle azioni di pulizia delle SS contro i "nemici dello Stato"; dall'annullamento dei diritti politici e civili essenziali agli arresti di massa contro politici di sinistra e simpatizzanti; dai roghi dei libri sulla piazza alle prime aggressioni contro gli ebrei. Durante le olimpiadi del 1936 Berlino divenne la vetrina del mondo con la presenza di quasi mille commentatori radiofonici: una città che per un breve periodo riuscì a nascondere le sue violenze e gli accanimenti. Il 9 novembre 1938 le persecuzioni di intensificarono con la "Notte dei Cristalli", in cui furono distrutti negozi di ebrei e incendiate sinagoghe. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, poi, si intensificarono i crimini contro gli ebrei, costretti a lasciare i loro appartamenti e ghettizzati in quartieri ebraici. Dal 18 ottobre 1941 iniziarono le deportazioni ad Auschwitz e negli altri campi di sterminio. Dei 170.000 ebrei berlinesi sopravvissero oltre 100.000 all'estero e solo 6.500 nascosti in città, aiutati da numerosi coraggiosi che rischiarono la loro vita. La centralizzazione perseguita dal nazismo influì sull'amministrazione di Berlino e, sulla base del nuovo piano regolatore (1937), fu avviato anche un programma di rinnovamento edilizio; inoltre, fu costruito l'aeroporto di Tempelhof e la colonna della vittoria, dapprima sita a Konigsplatz, fu trasferita. All'avvio del secondo conflitto mondiale per le strade di Berlino non vi fu lo stesso entusiasmo sorto spontaneo nel 1914: iniziarono le misure di oscuramento notturno, furono introdotte le tessere per gli alimenti, la vita divenne difficile tanto da impiantare coltivazioni di generi alimentari nelle piazze e nei cortili. Il 25 agosto 1940 vi fu il primo bombardamento di Berlino da parte degli inglesi: un attacco che determinò la costruzione di torri antiaeree sul territorio urbano. Durante tutta la guerra la città subì intense e ripetute incursioni aeree, che ne decimarono la popolazione e arrecarono gravissimi danni al suo patrimonio architettonico. Nel 1943 un milione e mezzo di persone era rimasto senza casa e 9,5 chilometri quadrati di superficie urbana rasa al suolo. Il bilancio finale della guerra aerea contò attorno alle 50.000 vittime e la distruzione di circa il 70% degli edifici. Causa di queste distruzioni fu tra l'altro la decisione di Hitler di difendere fino all'ultimo uomo la capitale e di non uscirne se non morto. Dal 16 aprile al 2 maggio del 1945 si svolse, infatti, la battaglia decisiva per Berlino che vide l'avanzamento dell'Armata Rossa sin nelle strade del centro. Il 30 aprile Hitler si tolse la vita nel suo bunker sotto la cancelleria e nella notte tra l'8 e il 9 maggio 1945 fu firmata la resa incondizionata della Germania. Fino ai primi di luglio 1945 l'Unione Sovietica fu l'unica potenza ad occupare Berlino. Con l'arrivo degli inglesi, americani e francesi la città fu divisa in quattro zone di occupazione militare: ognuno nel proprio settore di controllo. La città offriva una spettacolo di distruzione e miseria, decretando la nascita del mercato nero con cui riprendeva la vita quotidiana. Tutte le infrastrutture erano distrutte, il traffico urbano bloccato, non c'era né gas, né acqua. Le sorti di Berlino furono decise nelle conferenze e negli accordi successivi: la tensione politica internazionale, e in particolare l'inasprimento dello scontro tra le potenze occidentali e l'Urss, impedì la costituzione di una amministrazione unitaria e si determinò la cosiddetta crisi, o questione di Berlino. Dall'ottobre 1949 la Germania venne divisa in due Stati e Berlino in due unità politico-amministrative nettamente distinte: Berlino Ovest, Stato Federale della Repubblica Federale Tedesca, e Berlino Est, capitale della Repubblica Democratica Tedesca. Tale separazione venne rappresentata dalla costruzione del cosiddetto Muro sulla frontiera tra le due Berlino. Divisi dal muro (1961) i berlinesi poterono solo con molta gradualità riallacciare rapporti personali fra le due parti della città e numerosi tentativi di fuga ebbero spesso tragici epiloghi. Gli avvenimenti politici del 1989 portarono alla distruzione del Muro e, con essa, alla riunificazione delle due Germanie (1989-1990). Berlino fu proclamata ufficialmente capitale della Germania unita nel 1991. Bibliografia e approfondimenti:


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