La storia di San Miniato nella prima metà del Novecento è caratterizzata da un riordino amministrativo del Comune ad opera della dittatura fascista. Le frazioni di Pinocchio, Casenuove e Ontraino vennero fuse nel 1924 e venne creato San Miniato Basso. Nel 1925 la Provincia di Livorno fu ampliata a discapito di quella di Pisa con l'assegnazione di Piombino, l'Isola d'Elba, Cecina e altri piccoli comuni. La Provincia di Pisa ebbe in cambio alcuni comuni della Provincia di Firenze, ovvero Castelfranco di Sotto, Montopoli in Val d'Arno, Santa Croce sull'Arno, Santa Maria a Monte e, appunto, San Miniato. Di notevole importanza strategica, vista la sua collocazione orografica, la città di San Miniato fu colpita duramente dalla Seconda Guerra Mondiale. I bombardamenti per mettere fuori uso la ferrovia Pisa-Firenze fecero numerosi danni e lutti, soprattutto a San Miniato Basso. Nella primavera del 1944 San Miniato, che nel frattempo aveva visto crescere notevolmente il numero dei propri abitanti a causa degli sfollati che qui erano arrivati in cerca di un ricovero sicuro, divenne luogo di alloggiamenti militari tedeschi: nella Villa Antonini (oggi sede dei Carabinieri) si trovava il Comando tattico del generale Baade, mentre nelle ville di campagna erano dislocati i reparti della 26^ Divisione Corazzata e della 90^ Divisione Granatieri. Le voci di eccidi a Falsano e a Castello di San Pancrazio, nell'aretino, e la formazione di piazzole per mitragliatrici a Calenzano e a Paesante non fecero che aumentare le paure nella popolazione. A partire dal mese di luglio 1944, con l'approssimarsi delle truppe della V Armata americana alle rive del fiume Arno, i tedeschi non mancarono di attuare la loro strategia di ritirata lenta e aggressiva. Il 18 luglio i nazisti, come prima rappresaglia all'uccisione di tre militari tedeschi per mano delle tre formazioni partigiane che operavano nei dintorni di San Miniato, arrestarono 13 persone che in un secondo tempo furono tutte rilasciate. La ritorsione vera e propria fu indirizzata sulle abitazioni che vennero minate e fatte saltare in un numero pari a circa la metà delle case della cittadina. Ma la pagina più oscura e drammatica della guerra doveva ancora essere scritta. La mattina del 22 luglio, nell'imminenza dello scontro con gli Americani che si apprestavano ad entrare in città, i tedeschi decisero di riunire gran parte della popolazione nel Duomo. Nei cannoneggiamenti che seguirono, una granata colpì la chiesa nella navata destra, causando la morte di molti civili. Le vittime furono 55, un centinaio i feriti, in gran parte donne, vecchi e bambini. I loro nomi sono elencati nella lapide commemorativa che il Capitolo Cattedrale, l'Arciconfraternita di Misericordia ed i familiari collocarono nel Duomo nel 50° anniversario. Fin da subito la verità sulla strage apparve controversa. Le ipotesi che nacquero furono due: da un lato, si pensava che una granata americana per errore avesse colpito la chiesa; dall'altro, che fosse una strage ordita dai tedeschi che avevano riunito la popolazione nel Duomo. Le inchieste avviate furono tre e si sono concluse con il chiarimento di tutti i dubbi sia a livello storico che giudiziario: la strage è stata causata da un cannoneggiamento errato del 337° Battaglione dell'artiglieria campale americana. Tuttavia rimane sempre la responsabilità degli occupanti tedeschi di aver ammassato la popolazione in un luogo non adatto e insicuro. Il 23 luglio 1944 i nazisti in ritirata si resero responsabili anche della distruzione della Rocca di Federico II, che da più di settecento anni dominava la Valdarno Inferiore e che fu ricostruita fedelmente nel 1958. Il 22 luglio 2008 l'Amministrazione comunale di San Miniato ha deciso di porre vicino alla lapide del 1954, posta sulla facciata del Municipio e che addossava la colpa ai nazisti, una nuova lapide con testo scritto dall'ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro con l'accettazione in pieno della tesi della granata americana. Prendendo spunto dai fatti del Duomo ed abbracciando l'ipotesi della sola responsabilità tedesca della strage, nel 1982 i fratelli Paolo e Vittorio Taviani, tra l'altro originari di San Miniato, hanno diretto uno dei loro film più famosi, La notte di San Lorenzo, aggiudicandosi il Gran Premio Speciale della Giuria del Festival di Cannes. Il film prende il titolo da un tragico scontro fra partigiani e tedeschi avvenuto nella campagna dei dintorni di San Miniato il 10 agosto 1944. Bibliografia e approfondimenti: