Comune emiliano in provincia di Parma, Medesano è situato alla sinistra del fiume Taro, quasi al centro del territorio provinciale, dove il paesaggio passa gradatamente dalla pianura ai primi contrafforti dell'Appennino. Come tanti altri comuni collinari e montani del Parmense, anche Medesano è stato coinvolto negli eventi bellici della Seconda Guerra Mondiale, dall'occupazione germanica alle imposizioni della Repubblica Sociale Italiana, fino a diventare un Comune protagonista della lotta partigiana. Controllato dai tedeschi già all'indomani dell'Armistizio, diversi edifici pubblici e privati furono requisiti per gli ufficiali e per le truppe di stanza in zona, dalle scuole (alloggio per le truppe) ai locali del Consorzio Agrario Provinciale, che ospitarono in parte gli uffici dell'amministrazione militare e in parte un deposito di carburante. Inoltre, il piccolo centro termale di Sant'Andrea Bagni ospitò il Maresciallo Kesserling, comandante delle forze tedesche in Italia, che pose la sede del Comando militare germanico nell'Albergo Salus, dal quale i soldati accedevano anche alle sale termali. Dietro l'hotel, infine, in una galleria nascosta e protetta, i tedeschi avevano allestito un rifugio antiaereo in cemento armato, munito di tre ingressi differenziati, per la cui costruzione avevano utilizzato i civili del paese e manodopera reclutata in città. Tuttavia, nonostante la capillare presenza nemica, numerosi ragazzi di Medesano scelsero la lotta partigiana e rimasero a controllare questi luoghi fino alla Liberazione, resistendo anche quando la situazione si fece più difficile, come ad esempio durante il lungo inverno 1944-'45. Nell'ultimo mese di guerra, in aprile, i partigiani della 31^ Brigata Garibaldi "Copelli", attivi sul territorio, intensificarono gli atti di sabotaggio ai presidi e alle principali vie di comunicazione, con l'obiettivo di ostacolare la ritirata nemica. Quando, nei giorni della "Sacca di Fornovo" (24-29 aprile 1945), giunse la notizia che reparti tedeschi e della Divisione Italia avevano attraversato il Taro e stavano entrando nel territorio comunale, alcuni distaccamenti della 31^, insieme a reparti della 135^ Brigata Garibaldi "Mario Betti", si attestarono immediatamente nella frazione di Ramiola per contenere l'eventuale riflusso tedesco verso la valle del Ceno. Nel frattempo il comando della 31^ Brigata Garibaldi "Copelli", che si trovava a Noceto, decise di dirigersi verso il paese, insieme a due carri armati alleati, per porre definitivamente fine all'occupazione tedesca. Il combattimento che si scatenò all'arrivo dei partigiani nel centro del paese non durò a lungo, e finalmente le truppe tedesche e fasciste si decisero ad arrendersi. Al termine delle trattative i prigionieri accettarono di consegnare le armi ai partigiani e di essere scortati fino alla località Cornaccina, da dove gli Alleati li avrebbero portati al Campo di prigionia di Pontescodogna.
Bibliografia e approfondimenti: