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Bagnolo in Piano (RE)

Comune di tradizione contadina, Bagnolo in Piano fu amministrato fin dai primi anni del Novecento dalle forze socialiste che, immediatamente, avviarono la costruzione delle Scuole Elementari: inaugurate nel 1921, sono tuttora, a distanza di oltre ottant'anni e nonostante la notevole evoluzione del centro urbano, una struttura più che mai validamente operante nel campo della pubblica istruzione (ovviamente con le debite ristrutturazioni e con l'edificazione di un ampliamento completamente nuovo). Con la costruzione del fabbricato scolastico, per la prima volta a Bagnolo in Piano si superò la III elementare e si passò all'insegnamento della IV e V elementare. Dal 1919 al 1922 anche a Bagnolo nacquero e si formarono i primi gruppi fascisti che ebbero la loro origine sociale nelle classi più ricche del paese: erano i figli delle famiglie dei proprietari fondiari, che detenevano dai due ai cinque poderi di proprietà, condotti in prevalenza a mezzadria. Gli operai entreranno in parte nelle file fasciste solo più tardi, quando vi saranno costretti, o per salvaguardare il posto di lavoro, o per averne uno. Dal 1921 ebbero inizio le violenze degli Squadristi che presero di mira i capi lega, i presidenti delle cooperative, i dirigenti socialisti e comunisti attivi. Il Fascio di Bagnolo si costituì il 23 aprile di quello stesso anno e nell'autunno l'Amministrazione Comunale socialista fu costretta alle dimissioni. Con le nuove elezioni amministrative e quelle successive del 1922 i fascisti ottennero la maggioranza dei voti, a fronte di una notevole astensione (516 astenuti su un totale di 1.107 iscritti al voto). L'astensione, la paura e la prepotenza di un regime che aveva ormai occupato il potere centrale avevano compiuto l'opera. Del ventennio fascista sono tuttavia da ricordare: la costruzione del Teatro Gonzaga, una prima ristrutturazione della Sede Comunale, la costruzione del Campo Sportivo, la costruzione della Palestra adiacente la Scuola Elementare del capoluogo e l'ampliamento delle Scuole Elementari delle frazioni. Negli anni del regime, comunque, l'organizzazione del Partito Comunista clandestino continuò la sua attività e dal 1929 entrò in una fase di crescente sviluppo, reclutando nei propri gruppi molti giovani. Con la caduta del Fascismo, il 25 luglio 1943, si diffuse nel paese un grande entusiasmo nella speranza di un'imminente fine della guerra e si incominciarono a demolire le insegne fasciste ovunque. Passati 45 giorni, la notizia dell'Armistizio fu invece accolta dai bagnolesi con un generale senso di diffidenza in quanto, nelle settimane precedenti, si erano già insediati nella zona dei forti presidi tedeschi. Il ritorno dalle armi, dal carcere e dal confino di decine di antifascisti perseguitati politici ristabilì in poche giornate i collegamenti e la riorganizzazione del Partito Comunista in tutto il territorio comunale divenne un fatto compiuto. Vittorio Saltini e Aldo Ferretti diedero inizio all'organizzazione della guerra di Liberazione con la lotta armata partigiana. Diverse case di contadini divennero luoghi di rifugio, di gestione e di smistamento per le forze patriottiche. I contadini erano inoltre i principali protagonisti per rifornire il vettovagliamento ai combattenti partigiani: si raccoglievano viveri per la montagna per sostenere quelle formazioni che andavano ogni giorno ingrossandosi, ma si alloggiavano anche, di giorno e di notte, a qualsiasi ora, patrioti e sbandati. Malgrado i bandi, continuamente emanati dai comandi nazifascisti, che minacciavano la pena di morte o la distruzione delle case a quelle persone e famiglie che aiutavano i partigiani, i cittadini di Bagnolo continuarono a prestare il loro aiuto e numerose furono le ragazze che divennero staffette delle formazioni patriottiche. I contadini bagnolesi diedero pure aiuto e assistenza a prigionieri russi e di altre nazionalità che erano riusciti a sfuggire dalle mani dei nazifascisti. Molti furono gli episodi che segnarono la vita di Bagnolo in Piano nei venti mesi di lotta resistenziale. Ne ricordiamo alcuni. - Il 27 dicembre 1943 alle ore 19:30 di sera, presso la stazione ferroviaria di Bagnolo, venne ucciso il segretario comunale del Fascio, Davide Onfiani. Come rappresaglia per questa azione partigiana, i Comandi Fascisti Repubblicani di Reggio Emilia decisero per l'uccisione dei 7 fratelli Cervi e del loro compagno Quarto Camurri, arrestati il 25 novembre nella loro casa a Gattatico, detenuti nelle carceri di Reggio Emilia e fucilati all'alba del 28 dicembre presso il Poligono di tiro cittadino. - L'8 marzo 1944 un'ottantina di donne bagnolesi si recarono davanti al Municipio per protestare contro la guerra e per ottenere un aumento della razione settimanale di zucchero, sale, pane e burro. Contro di esse intervennero i carabinieri e il presidio della Brigata Nera di stanza a Bagnolo, sparando vari colpi di arma da fuoco in aria. Alla fine le manifestanti si ritirarono, consapevoli di aver raggiunto l'obiettivo predisposto: manifestare contro il regime della guerra. - Il 14 febbraio 1945, sotto il Torrazzo, furono fucilati dalla Brigata Nera, allo scopo di fiaccare la numerosa resistenza locale, dieci cittadini bagnolesi. Arrestati alle 6:00 del mattino, Aristide Carboni, Carlo Formentini, i fratelli Otello e Oreste Gibertoni, Evres Lazzaretti, Primo Malaguti, Emilio Mattioli, Licinio Tedeschi, Armando Storchi e Imerio Tondelli furono trasportati dapprima alla Casa del Fascio e poi nella piazza del paese, contro il muro del Torrazzo, dove furono uccisi. Il 3 marzo dello stesso anno, in località San Michele della Fossa, furono giustiziati otto detenuti del carcere di Reggio in rappresaglia della morte di quattro soldati tedeschi. Bagnolo in Piano fu liberata il 24 aprile 1945 e già il giorno dopo la popolazione si radunò nella piazza principale per ascoltare il primo comizio dopo 23 anni di tirannide, tenuto da Riziero Vecchi, ex perseguitato politico di Massenzatico. Primo atto della ricostruzione e della domocratizzazione del paese fu l'insediamento di una Giunta Municipale provvisoria. In attesa delle elezioni amministrative, divenne sindaco Ferrante Romani, ex partigiano, responsabile della stampa clandestina di Bagnolo durante il periodo della guerra. Nel decennio successivo alla Liberazione si assistette all'inizio di numerosi lavori pubblici.

Bibliografia e approfondimenti:
  • Reclus Malaguti, Non dimenticare. Cent'anni di lotte politiche e sociali e antifasciste a Bagnolo in Piano (RE), Tecnostampa, Reggio Emilia 1970;
  • per ulteriori approfondimenti si rimanda al sito ufficiale del Comune di Bagnolo in Piano.

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