Alpidio Pergetti nasce a Cadelbosco Sopra, in provincia di Reggio Emilia, il 25 marzo del 1879 da Giovanni e Giuditta Cadoppi. La sua non è una famiglia di mezzadri, ma “casant”, ovvero inquilini senza terra e animali, lavoratori impiegati come braccianti presso i mezzadri della zona, o occupati nell’industria o nei servizi.
Alpidio è un socialista prampoliniano della prima ora e tra la fine degli anni ’20 e la prima metà degli anni ’30 va a lavorare per due volte in Argentina. Emigra per sfuggire alle imposizioni del regime fascista, come quella di dover prendere la tessera del partito, ma soprattutto per mantenere la sua numerosa famiglia: Alpidio infatti è sposato con Cesira Marmiroli dalla quale ha avuto i figli Guido, Eviva, Avantino, Stella, Sereno, Eolo e Serena.
Parte per oltreoceano per progettare e costruire una farmacia a Santiago del Esteva, grazie all’aiuto del cognato Egidio Catellani, marito della sorella Annunziata e grosso imprenditore edile reggiano.
Rientrato definitivamente dall’Argentina, Alpidio progetta e costruisce la casa per la sua famiglia su un terreno che gli viene venduto dall’Impresa Edile Catellani.
Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, e soprattutto negli anni della lotta di Liberazione, tutta la sua famiglia prenderà parte al movimento partigiano: i figli Avantino, Sereno, Eolo e Serena saranno anche catturati dalla Guardia Nazionale Repubblicana e finiranno nel carcere dei Servi a Reggio Emilia. Avantino sarà deportato in Austria per poi morire nel campo di concentramento di Mauthausen.
Alpidio Pergetti muore il 31 gennaio del 1947: il suo funerale fu il primo del dopoguerra con rito civile a Villa Argine di Cadelbosco Sopra.
Bibliografia e approfondimenti: