Comune italiano nella parte più orientale della provincia di Ferrara, Codigoro si estende nel Parco Regionale del Delta del Po, tra le valli di Comacchio e la costa del mare Adriatico, ed è attraversato, in direzione ovest-est e fino alla foce, dal Po di Volano. Grosso centro agricolo del basso ferrarese, Codigoro ha acquistato anche importanza industriale, specialmente nel campo della lavorazione e trasformazione dei prodotti agricoli. La sua evoluzione storica è strettamente legata alle secolari vicende dell'azione di bonifica del basso ferrarese. Con l'inizio del XX secolo la città si aprì ad un periodo di intenso sviluppo: il 16 gennaio 1901 venne inaugurata la nuova ferrovia che collegava Codigoro a Ferrara; inoltre, nel 1905 iniziarono i lavori per il secondo idrovoro e per gli impianti di luce elettrica. All'apparire dei Fasci di Combattimento, agrari e latifondisti della provincia di Ferrara puntarono su questa nuova formazione per fronteggiare le lotte bracciantili, e alla fine del 1920 affidarono a Italo Balbo la direzione del movimento: in pochi mesi di violenta azione armata tutta la rete di solidarietà democratica veniva distrutta e ben 13 amministrazioni comunali socialiste costrette a dimettersi. Ferrara e il fascismo furono legati per tutto il Ventennio: Mussolini, consapevole di essere stato lanciato dagli agrari ferraresi quale forza politica nazionale, ricambiò con massicci interventi dello Stato a favore del territorio. A Codigoro, per esempio, furono portate avanti le opere di bonifica, ma soprattutto furono costruite strade, vie, piazze, ponti, scuole e anche il Palazzo del Comune e la Pretura. Si procedette, inoltre, alla costruzione di due chiese con canonica, di un asilo, palestre e acquedotto. Con la caduta del Regime e la costituzione della Repubblica Sociale Italiana, molti dei vecchi fascisti non aderirono al nuovo governo. Dopo l'8 settembre 1943, nella zona orientale della provincia, che comprendeva i comuni di Copparo, Berra, Codigoro e Comacchio Ostellato, il controllo tedesco fu molto attivo dal momento che di lì passavano le principali linee di collegamento con il Po e, in seguito, con il fronte della Linea Gotica. Proprio su questo lato della Linea Gotica si fece sentire la pressione dell'VIII Armata Britannica. Dall'inverno 1944-45, accanto alle truppe alleate, operarono per la liberazione del territorio il ricostituito Gruppo di Combattimento "Cremona" e la 28^ Brigata Garibaldi "Mario Gordini". A partire dal 12 gennaio 1945 la Brigata "Cremona" integrò nel suo organico anche combattenti provenienti dal disciolte formazioni partigiane e combatté sul fronte del Po seguendo le direttrici Ferrara-Adria-Mestre e Portomaggiore-Codigoro-Chioggia, giungendo alla fine della guerra sino a Venezia.
Bibliografia e approfondimenti: