Le Brigate Bruzzi-Malatesta erano gruppi partigiani di ispirazione anarchica e operarono principalmente a Milano, nel Pavese e nelle valli bresciane. Suddivise in quattro formazioni, estesero la loro azione alla Lomellina e alla Val Trompia, fino ad essere attive anche in alcune valli del Veneto.
Prendevano il loro nome, oltre che dal teorico e rivoluzionario anarchico Errico Malatesta, anche dall'anarchico milanese Pietro Bruzzi, protagonista della lotta clandestina, catturato, torturato e ucciso dai nazifascisti nel dicembre del 1944.
In generale, la partecipazione degli anarchici alla Resistenza avvenne per lo più all'interno di formazioni di differente ispirazione politica (solitamente nelle formazioni Matteotti), e solo in alcune località, come appunto Milano, essi furono abbastanza numerosi da dare vita a organizzazioni proprie.
Proprio a Milano queste brigate, forti di 1.300 partigiani, ebbero un ruolo di primo piano nella liberazione e si distinsero per azioni contro le caserme delle Brigate Nere, nella liberazione dei prigionieri di Villa Triste – centro di detenzione e tortura della famigerata Banda Koch –, nell'occupazione il 25 aprile 1945 delle fabbriche "Carlo Erba" – per impedirne la distruzione per mano dei tedeschi in fuga – e nell'occupazione della sede dell'EIAR (la Rai). Il comandante era Orazio Mario Perelli, mentre Mario Mantovani era commissario politico.
Bibliografia e approfondimenti: