Frazione di Venezia, di cui ne rappresenta la parte di terraferma, Mestre è situata nella Pianura Veneta a margine della Laguna e funge da porta d'accesso tramite il Ponte della Libertà. Comune autonomo che nel 1923 aveva ricevuto dal Re lo status di "città", per volontà del regime fascista nel 1926 viene incorporato nel Comune di Venezia. Oggi nel suo hinterland risiedono i due terzi della popolazione del capoluogo veneto. Importante nodo ferroviario e vicina alle industrie di Porto Marghera, durante la Seconda Guerra Mondiale Mestre fu duramente colpita dai bombardamenti fin dal 1940 quando aerei francesi provocarono i primi lievi danni. Fu però soprattutto nella primavera del 1944 con gli attacchi anglo-americani che migliaia di abitazioni furono colpite e altrettante persone rimasero senza casa. Anche la zona industriale riportò gravissimi danni. Il bombardamento peggiore fu quello del 28 marzo 1944 che causò 164 morti e 270 feriti. Le incursioni aeree a Porto Marghera divennero sempre più frequenti e la situazione fu aggravata dal fatto che i rifugi antiaerei erano scarsamente sicuri e poteva essere più consigliabile cercare nascondigli nella campagna circostante. L'alta concentrazione operaia e il malcontento per le condizioni di guerra, sfociato negli scioperi del 1944, fecero di Mestre terreno privilegiato per la Resistenza, come testimoniato dal gran numero di partigiani provenienti da questa zona e dai sabotaggi e attentati realizzati a Venezia contro la polizia segreta fascista prima, e contro i tedeschi poi. Nei giorni dell'insurrezione delle città del nord nella primavera 1945 i partigiani riuscirono a cacciare i tedeschi da Mestre il 28 aprile, un giorno prima dell'arrivo delle truppe alleate provenienti da Padova. Non mancarono le conseguenze della Seconda Guerra Mondiale: per diversi anni giunsero in queste zone i profughi italiani dell'Istria e della Dalmazia e, anche a Mestre, furono loro assegnati, nel corso degli anni, alcuni alloggi.
Bibliografia e approfondimenti: