Comune lombardo della provincia di Varese, Maccagno si estende sulla sponda orientale del Lago Maggiore e fa parte della Comunità Montana Valli del Luinese. Escluse le frazioni esterne (Campagnano, Garabiolo, Musignano, Orascio e Sarangio), il paese è distinto in due località dal corso del fiume Giona e da un leggero dislivello che ne ha contraddistinto il nome: Superiore, a nord del fiume, allo sbocco della Val Veddasca; Inferiore, a sud, attorno ad un golfo riparato. Questa separazione geografica ha favorito nei secoli percorsi storici diversi, fino al 1927 quando, in epoca fascista, Maccagno Inferiore fu annessa a Maccagno Superiore, divenendo successivamente e semplicemente Maccagno. Durante la Seconda Guerra Mondiale - ma in realtà anche durante il ventennio fascista - il territorio divenne zona di passaggio per abbandonare l'Italia e raggiungere la libera Svizzera. Furono a migliaia gli antifascisti, partigiani, ex prigionieri alleati, disertori fascisti, intere famiglie di religione ebraica e, in tre occasioni, più di quaranta ragazzini ebrei provenienti da Villa Emma di Nonantola (Modena) che, aiutati da "passatori", attraversarono clandestinamente il confine svizzero a Maccagno, a Dumenza, a Cremenaga e a Ponte Tresa. Nel periodo dell'occupazione tedesca e della Repubblica Sociale Italiana, il maresciallo dei Carabinieri Enrico Sibona, nato a Torino nel 1904 e in servizio a Maccagno dal 1939 al 1946, si adoperò per proteggere dalla deportazione alcuni ebrei lì residenti, favorendo la loro fuga. Tradito da un delatore, Sibona fu internato in un campo di concentramento tedesco dal quale sopravvisse a stento. Per il suo impegno di solidarietà, il 4 ottobre 1992, l'istituto Yad Vashem di Gerusalemme gli ha conferito l'alta onorificenza di Giusto tra le Nazioni.
Bibliografia e approfondimenti: