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Gattatico (RE)

Da sempre sotto l'influenza della vicina Parma, Gattatico è entrata a far parte del territorio reggiano nel 1844 con la firma del Trattato di Firenze che sancì il passaggio di tutti i territori parmensi sulla sponda destra dell'Enza al Ducato di Modena e Reggio Emilia. La vita nelle campagne ha sempre continuato il suo solito corso e nemmeno gli avvenimenti del Risorgimento italiano hanno particolarmente influito sulla politica del comune. Tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento Amos Tragni, dottore in Lettere e abitante di Gattatico, iniziò i suoi compaesani all'ideologia socialista. Fino ad allora, infatti, era stato il credo cristiano a prevalere tra i contadini, sia per tradizione, sia per mancanza di alternativa. Tragni fece di questa gente uomini pensanti, capaci di reagire all'ingiustizia e di richiedere condizioni di vita in linea con l'idea di progresso e dello stato sociale che si andavano diffondendo. Alle elezioni amministrative del 1921 la vittoria andò ai socialisti. Il sindaco Alfonso Melli rimase però in carica pochi mesi poiché, con un foglio d'ordine del 1922, il Comitato del Fascio di Reggio Emilia, facendosi portavoce del comitato provinciale, gli dava 48 ore di tempo per dimettersi dal suo incarico. Si apriva così una nuova fase in cui l'avvento del regime mussoliniano e l'affermarsi della dittatura vera e propria stavano cambiando il volto del paese. Molte furono le lotte tra fascisti e socialisti in quegli anni e le continue  umiliazioni, botte e persecuzioni fecero demordere non pochi oppositori. E così, un po' per necessità, un po' per adesione politica, indotta dalle intimidazioni prima e dall'indottrinamento poi (a cui erano sottoposti ragazzi e ragazze sin da giovanissimi), il Regime attecchì nel territorio agricolo di Gattatico. Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e la conseguente decisione del Duce di entrare nel conflitto resero chiara la reale natura del fascismo e diedero il via alla formazione dei primi movimenti di resistenza. Base di partenza del primo nucleo partigiano della provincia reggiana fu Casa Cervi. Sita nella località un tempo chiamata dei Campi Rossi, questo podere era stato preso in affitto nel 1934 da una famiglia di contadini campeginesi, composta da padre, madre e 9 figli (7 fratelli e 2 sorelle). La scelta dei sette fratelli, le loro azioni e il loro sacrificio diventeranno l'emblema della lotta partigiana e influenzeranno la ribellione nella provincia di Reggio Emilia. Oggi, nella casa in cui vissero i sette fratelli, è stato ricavato un museo che, insieme al lavoro dell'Istituto Storico ad esso collegato, è divenuto un simbolo per tutti coloro che si rispecchiano nei valori dell'Antifascismo e della democrazia. Oltre al contributo dato dalla famiglia Cervi, va ricordata la partecipazione alla Resistenza di buona parte della popolazione, alla quale, il 5 ottobre 2006, è stata conferita dalla Presidenza della Repubblica la Medaglia d'Argento al Valore Civile con la seguente motivazione: "La fiera popolazione del piccolo centro reggiano si sollevava contro i nazifascisti, partecipando con coraggiosa determinazione ed altissima dignità morale alla Resistenza. Oggetto di feroci rappresaglie razzie e barbarie, sorretta da indomito spirito patriottico e da profonda fede negli ideali di libertà e di giustizia sociale, sopportava la perdita di un numero elevato dei suoi figli migliori, dando luminoso esempio di abnegazione, di incrollabile fermezza ed amor patrio. Gattatico (RE), 1943 – 1945"

Bibliografia e approfondimenti:
  • Elpidio Mori, Storia e cronaca di Gattatico, Tip. Editrice La Nazionale, Parma 1972;
  • Le immagini raccontano. Cinquant'anni di storia di Gattatico attraverso la fotografia, Comune di Gattatico, 1989;
  • per ulteriori approfondimenti sulla vita della famiglia Cervi è possibile consultare il sito ufficiale del Museo Cervi.

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