Paolino Ranieri nasce a Sarzana il 5 settembre 1912. A quindici mesi rimane orfano di padre, manovale delle ferrovie, e con la madre si trasferisce dai nonni materni.
Il nonno, operaio in un biscottificio, è tra i primi fondatori della Società di Mutuo Soccorso di Sarzana, mentre la nonna gestisce un piccolo negozio di tessuti.
Paolino consegue la licenza elementare e poi esercita la professione di barbiere dal 1923 al 1943. Nel 1932 si iscrive al Partito Comunista Italiano e diventa responsabile del gruppo giovanile di Sarzana. Seguendo le direttive del partito sul lavoro legale, si infiltra nel Dopolavoro fascista e riesce a suscitare dei contrasti tra il vertice e la base.
Insieme ad altri 60 antifascisti di Sarzana ed Arcola, viene arrestato nel 1937 e condannato a 4 anni di reclusione da scontare nel carcere di Fossano (CN).
Nel marzo del 1940 viene liberato per un condono ma sottoposto ad un altro anno e mezzo di libertà vigilata.
Il 25 luglio 1943, con Anelito Barontini e altri, organizza una manifestazione a Sarzana per la caduta del Fascismo e il 9 settembre, vista l’inutilità dei tentativi di resistenza contro i tedeschi, si rifugia sui monti per organizzare la lotta partigiana. Con il nome di battaglia di “Andrea”, partecipa alla costituzione della Brigata “Ugo Muccini”, di cui diventa commissario politico.
Catturato dalle brigate nere nel 1944, rimane per quattro mesi rinchiuso nelle famigerate celle del 21° Reggimento Fanteria di La Spezia, dove, nonostante le torture e seppur privo di cure, riesce fortunosamente a sfuggire alla morte.
Partecipa poi alla Liberazione di Sarzana e assume la carica di assessore nella Giunta della Liberazione presieduta da Anelito Barontini.
Dal 4 aprile 1946 al 19 maggio 1971, per 25 anni (il più lungo periodo consecutivo registrato), è sindaco di Sarzana, guidandone la ricostruzione e lo sviluppo.
Successivamente, Ranieri ha presieduto la Sezione dell’ANPI e la locale Associzione Perseguitati Politici Antifascisti, e ha contribuito all’apertura, nel Comune di Fosdinovo, del Museo Audiovisivo della Resistenza delle Province di Massa Carrara e La Spezia.
Bibliografia e approfondimenti:
– sito ufficiale del Comune di Sarzana (SP).