Persona vivace e dinamica con una ferma fede negli ideali di libertà, pace e giustizia sociale, Vasco Guaitolini è uno tra i primi organizzatori di squadre partigiane nella “bassa reggiana”. Infatti, già nel novembre 1943 aderisce alla Resistenza nei gruppi sportivi nella zona di Campagnola Emilia. Il suo nome di battaglia è “Biavati” come il grande calciatore del Bologna.
Nel gennaio 1944 gli viene affidato il compito di responsabile del Paramilitare di Zona e nel febbraio dello stesso anno entra a far parte di piccoli gruppi armati.
In marzo è nominato Intendente di Zona e successivamente Intendente di Brigata con il grado di maggiore e il compito di fornire alle formazioni partigiane in pianura e in montagna il vettovagliamento e l’alloggio, trovando case di latitanza, vestiario e tutto quello che poteva servire.
Tutta la sua famiglia è impegnata nella lotta di Liberazione: i suoi fratelli Lievore “Gilbert” ed Evandro entreranno anche loro nelle fila della Resistenza e la loro casa sarà una base sicura per gli incontri partigiani.
Il 24 gennaio, con altri compagni della sua brigata, dopo un lungo viaggio a piedi nella neve, Vasco arriva a notte inoltrata a casa del partigiano “Bobi” a Canolo di Correggio. Qui sono attaccati dai fascisti e, costretti ad uscire dalla casa in fiamme, i partigiani decidono di rispondere al fuoco. Nell’assalto Guaitolini è colpito a morte da una raffica di mitra.
È stato decorato con la Medaglia d’Argento al Valor Militare insieme al compagno Abbo Panisi, caduto nella medesima azione.
Bibliografia e approfondimenti: