Tommaso Vallozza nasce a Loreto Aprutino, in provincia di Pescara, il 19 agosto 1921 da Giuseppe e Maddalena De Marco, figlia di proprietari terrieri di Brittoli. Suo padre Giuseppe, emigrato in America agli inizi del ‘900 e rientrato al paese natio dopo aver fatto fortuna, aveva avviato un’azienda di produzione di olio e vino.
Tommaso frequenta il liceo classico presso il Convitto Nazionale “Giambattista Vico” di Chieti e si diploma nel 1939. Chiamato alle armi nel 1941, lascia gli studi universitari di ingegneria a Roma e frequenta la scuola marconista fino alla nomina il 15 giugno 1941. Nel luglio è a Civitavecchia nella scuola centrale del Genio e il 2 settembre dello stesso anno è ammesso a frequentare il corso allievi ufficiali di complemento (spec. Artieri) nella scuola di Pavia.
Nel maggio del 1942 viene nominato sottotenente e inviato sul fronte dei Balcani con il V Reggimento del Genio, 37^ Compagnia della Divisione Lombardia, che ha sede prima a Delnice e poi a Karlovac (Croazia).
Il 4 settembre 1943 Tommaso ottiene un permesso straordinario per far visita alla famiglia in seguito al disastroso bombardamento di Pescara del 31 agosto.
Ripartito il 7 settembre, la sera dell’8 è nel presidio di Lubiana dove lo coglie l’annuncio dell’Armistizio. Viene catturato dai tedeschi a Lubiana il 9 settembre e, dopo essere passato per il centro di smistamento prigionieri di San Vito, l’11 viene caricato sui vagoni diretti ai campi di concentramento del Reich.
Dal diario che Tommaso scrive durante tutto il periodo della prigionia si riescono a ricostruire i suoi spostamenti dalla cattura fino alla liberazione:
Il 6 aprile 1945 Tommaso Vallozza e i suoi compagni di prigionia vengono liberati a Füllen dalle truppe canadesi. Per il rimpatrio, però, bisogna attendere ancora qualche mese: solo in ottobre, infatti, Tommaso riuscirà a tornare in Italia, prima ricoverato presso l’ospedale di Merano per una pleurite contratta in prigionia, e poi finalmente a casa a Loreto Aprutino.
Dopo aver tentato di riprendere gli studi in ingegneria, Tommaso apre un negozio di stoffe e confezioni che terrà sino alla morte avvenuta per malattia il 16 novembre del 1972 nell’ospedale di Pescara.
Alla sua vicenda è dedicato lo spettacolo teatrale No.Storia di un rifiuto, scritto e interpretato dal figlio Giacomo, basandosi sul diario di prigionia e sulla numerosa corrispondenza che Tommaso invia alla famiglia nei mesi di internamento in Germania.