Teodoro Bigi è nato il 5 luglio 1912 a Pratofontana di Reggio Emilia. Rimasto orfano a tre anni, per la morte del padre caduto nella Grande Guerra, a soli 17 anni, nel 1929, cominciò a svolgere attività antifascista clandestina. Nel 1931 si iscrisse al Partito comunista italiano e, da lì in poi, fu un susseguirsi di incarcerazioni, la prima nel 1933.
Nel 1935 fu condannato a 5 anni di confino di polizia per la sua attività contro la guerra fascista in Etiopia. Dopo alcuni anni scontati nell’isola di Ventotene, nel 1939 fu trasferito nella colonia di Pisticci (Matera). Alla fine del 1940, dal confino venne inviato militare a Latisana (Udine).
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 rientrò a Reggio Emilia, dove iniziò il lavoro di riorganizzazione del Pci e della lotta partigiana. Entrato a far parte della Resistenza (con il nome di battaglia Primo), si trasferì a Parma e, in seguito all’eccidio del Comando unico partigiano di Bosco di Corniglio, venne nominato commissario del Comando di Piazza, l’organismo che si occupava di organizzare la lotta clandestina in città.
Dopo la Liberazione fu decorato con la Croce al Merito di guerra e riprese la sua attività politica nel Pci di Parma e la sua attività sindacale nella Cgil, occupandosi in particolare della Confederterra e dell’Alleanza contadini. Ha rivestito cariche nel Consiglio provinciale e in quello comunale di Parma, nel Parlamento italiano, come anche nell’ANPI e nell’ANPPIA di Parma.
Ha sacrificato gli anni più belli della vita di una persona, la giovinezza, nella battaglia contro il fascismo e le ingiustizie e si è sempre battuto per l’affermazione e la difesa dei diritti dei più deboli, perché, come spesso diceva, «senza giustizia sociale non possono essere realizzate pienamente né pace, né libertà, né democrazia». È scomparso nel luglio 2012, poco dopo aver compiuto 100 anni.