Giacomo Buranello nasce a Meolo, in provincia di Venezia, il 27 marzo 1921 da una famiglia di contadini veneti, poi trasferitasi per lavoro a Genova-Sampierdarena.
Fin da giovanissimo inizia l’attività antifascista: è ancora studente alla Facoltà di Ingegneria quando forma un gruppo di studenti e operai, organizza il “Soccorso Rosso” e mette in attività una tipografia clandestina.
Ufficiale di complemento a Chiavari, anche nell’Esercito continua la sua attività di propaganda.
Nell’ottobre del 1942 Buranello, insieme all’amico e collega di studi Walter Fillak e ad altri membri del Comitato Antifascista di Sampierdarena, viene arrestato, processato e incarcerato a Roma, a Regina Coeli. Tornato in libertà dopo la caduta di Mussolini, riprende subito la lotta e, dopo l’8 settembre 1943, è già al comando dei GAP di Genova, autori di numerose azioni dentro e fuori la città.
Il 28 ottobre 1943 è alla guida del gruppo partigiano che attacca una caserma di fascisti a Sampierdarena, uccidendo il capomanipolo della MVSN Manlio Oddone. Il dicembre successivo Buranello elimina, nell’attuale Galleria Garibaldi, una spia dell’OVRA che sta per farlo catturare. Ancora, due tedeschi uccisi ai primi di gennaio, dopo essere sfuggito ad un agguato fascista in una latteria genovese.
A Buranello, ormai braccato, viene dato l’ordine di riparare in montagna, dove comanda un distaccamento partigiano alle Capanne di Marcarolo.
Alla fine del febbraio 1944 il giovane comandante partigiano scende a Genova in appoggio agli operai che stanno organizzando scioperi per il mese di marzo. Il 2 marzo 1944 si trova in un bar con la staffetta Neda Fiesoli quando è riconosciuto da tre agenti fascisti che tentano di arrestarlo. Ne uccide uno, ne ferisce un secondo e si dà alla fuga sparando, ma viene bloccato poco lontano e, esaurite le munizioni, è costretto ad arrendersi.
Sarà fucilato al forte di San Giuliano, dopo ventiquattro ore di torture.
Per la sua partecipazione alla lotta di Liberazione, Giacomo Buranello è stato insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria con la seguente motivazione: “Fra i primi organizzatori e comandanti di GAP compì con leggendario ardimento importanti azioni di sabotaggio a Genova, Sestri e Sampierdarena malgrado la caccia spietata dei nazifascisti. Raggiunta la montagna per ordine dei suoi superiori, guidava instancabile il proprio reparto al combattimento. Conscio del pericolo, rientrava volontariamente in città per sostenere con le armi lo sciopero del marzo 1944. Affrontava da solo decisamente i nemici che lo avevano individuato abbandonandone tre. Dopo la cattura subiva stoicamente le più atroci torture senza farsi sfuggire alcuna rivelazione. Andava quindi serenamente incontro alla morte fiero di avere salvato col silenzio i propri compagni. Genova, Appennino Ligure, 1943-1944”
Bibliografia e approfondimenti: