Enrico Martini nasce a Mondovì (CN) il 29 gennaio 1911.
Nel 1929 consegue la maturità classica e, subito dopo, entra all’Accademia Militare di Modena.
Promosso sottotenente, frequenta la Scuola di Applicazione a Parma e, nel 1933, con il grado di tenente, viene assegnato al 3° Reggimento Alpini in Torino.
Nel 1936 combatte in Abissinia nel 7° Reggimento Alpini della Divisione “Pusteria” e per la sua partecipazione alla campagna etiopica (Battaglia di Lago Ascianghi) viene decorato di Croce di Guerra al Valor Militare.
Nel 1937 consegue il brevetto di Osservatore Aereo e successivamente, dal 1938 al 1941, frequenta i corsi dell’Istituto Superiore di Guerra, ottenendo nel frattempo la promozione a Capitano.
Iniziata la Seconda Guerra Mondiale, nell’aprile del 1941 viene destinato in Africa Settentrionale, dove rimane fino alla primavera del 1943, prendendo parte alle battaglie di Marmarica e del deserto egiziano. Viene per questo decorato di altre tre ricompense al valore e promosso al grado di Maggiore.
All’inizio del 1943 viene trasferito a Roma presso lo Stato Maggiore dell’Esercito e dopo l’Armistizio dell’8 settembre si aggrega ad un reparto di Granatieri e partecipa alla difesa della città.
Rientra quindi in Piemonte ma viene catturato dai tedeschi e imprigionato nel campo di concentramento di Apuania.
Il 17 settembre, dopo essere riuscito ad evadere, raggiunge le vallate del Monregalease e inizia l’organizzazione delle prime unità partigiane. Si tratta di Formazioni Autonome a cui Enrico Martini, ormai per tutti Comandante “Mauri”, imprime caratteri pienamente coerenti con il proprio modo di intendere la Resistenza: ovvero, un’organizzazione rigidamente militare e una più volte ribadita presa di distanza da ogni coinvolgimento politico.
Tuttavia, “Mauri” non nasconde i propri sentimenti monarchici, nè tantomeno la propria insofferenza verso la politicizzazione delle formazioni gielline e garibaldine.
Dalle valli del Monregalese e del Cuneese, alle Langhe e al Monferrato, in venti mesi di lotta ininterrotta e senza quartiere contro i nazifascisti, forma il 1° Gruppo Divisioni “Alpine” del C.V.L., che dal 25 aprile 1945, forte di nove divisioni partigiane con circa 10.000 uomini, contribuisce validamente alla liberazione di Torino, Asti, Alessandria, Alba, Bra, Mondovì, Ceva, Savona, dopo aver pagato alla causa della libertà un tributo di 900 morti e di oltre 1.000 feriti e mutilati.
Durante questi mesi “Mauri” instaura anche stretti rapporti preferenziali con la missione inglese del Maggiore Neville Darewski “Temple”, che gli garantisce lanci regolari.
Sempre “Mauri”, per ragioni di prestigio militare e politico, nell’ottobre 1944 matura l’intenzione di occupare militarmente la città di Alba, ultimo presidio RSI in una vasta zona controllata dai partigiani che si estende dal Basso Astigiano attraverso le Langhe fino al Monregalese. Dal 10 ottobre al 2 novembre 1944 Alba viene occupata e amministrata dalle truppe partigiane autonome, con la partecipazione delle formazioni garibaldine.
Dopo la Liberazione, Enrico Martini “Mauri” diventa membro della Consulta Nazionale quale rappresentante delle Formazioni Autonome.
Il 12 novembre 1947 il Consiglio Comunale di Alba gli conferisce la cittadinanza onoraria.
Sempre nel 1947 chiede ed ottiene il collocamento nella riserva, lasciando il servizio attivo nell’Esercito e, successivamente, si laurea in Giurisprudenza all’Università di Torino.
Muore in Turchia il 19 settembre 1976 in un tragico incidente aereo.
Decorato con la Bronze Star Medal e la Croce d’Oro Polacca e insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana (1963), gli viene concessa anche la Medaglia d’Oro al Valor Militare con la seguente motivazione:
“Animatore primo della Resistenza nel Monregalese, organizzatore delle prime bande armate nella Val Maudagna e nella Val Casotto, dopo essersi dimostrato, nel corso di duri combattimenti, comandante di grande capacità e di leggendario coraggio, raccoglieva intorno a sé alcune migliaia di combattenti bene armati e disciplinati coordinando ogni attività patriottica nelle Langhe e nel Basso Monferrato. Nell’estate e nell’autunno del 1944 occupava, in collaborazione con altre formazioni, la città di Alba, già saldamente presidiata dal nemico, e vi resisteva per oltre un mese. Al principio dell’inverno impegnava in dura lotta ben due Divisioni germaniche inviate per ristabilire il controllo della regione e, dopo aver subito gravi perdite ed inflitte di ben più gravi, riusciva a mantenersi in armi nella zona. Nel governo di popolazioni civili delle province di Cuneo, Asti, Alessandria e di parte della provincia di Savona dimostrava di possedere in modo preminente, maturità di giudizio, capacità organizzativa, equilibrio, energia, fraterno e sentito interessamento, tanto da essere molto favorevolmente ricordato, anche a distanza di anni. All’inizio della primavera del 1945, con azione bene organizzata e valorosamente condotta, occupava con le sue forze, dopo duri combattimenti, Albam, Canelli, Nizza Monferrato, Monesiglio e, durante l’insurrezione generale, liberava anche Savona, Ceva, Mondovì, Fossano, Bra, Racconigi, Carmagnola, giungendo con il suo Gruppo di Divisioni partigiane a Torino. Zona Meridionale del Piemonte e Nord Occidentale della Liguria, settembre 1944-25 aprile 1945”.
Bibliografia e approfondimenti:
– Enrico Martini, Noi del 1° Gruppo Divisioni Alpine, Torino 1945 (ristampato da L. Editrice S.r.l., Cairo Montenotte (SV) nel 2011, in occasione del centenario della nascista di “Mauri”);
– Enrico Martini, Con la libertà e per la libertà, Torino 1947;
– Enrico Martini, Partigiani penne nere: Boves, Val Maudagna, Val Casotto, le Langhe, Arnoldo Mondadori Ed., Milano 1968;
– A. Spinardi, Mauri e i suoi, collana storica della Resistenza cuneese, Cassa di Risparmio di Cuneo S.p.a., Cuneo 1994;
– Enzo Collotti, Renato Sandri, Frediano Sessi (a cura di), Dizionario della Resistenza, 2 voll., G. Einaudi Editore, Torino 2000;
– sito web dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia);
– sito web dell’Associazione Centro Studi di Letteratura, Storia, Arte e Cultura “Beppe Fenoglio” onlus.