Egidio Battisti nasce a Strigno, in provincia di Trento, il 19 aprile 1912. Figlio primogenito di Silvio, disperso in Russia nel 1916, e di Maria Giovanna Tea, si stabilisce con la madre e il fratello Silvio, nato nel 1916, a Servo di Sovramonte, in provincia di Belluno.
Il 24 novembre 1938 sposa Domenica Eufemia Zannini, chiamata Ninetta, e con lei si trasferisce a Cairo Montenotte, in provincia di Savona, dove dal 1936 aveva iniziato a lavorare come capo-operaio nella locale fabbrica della Montecatini.
Dopo aver perso il lavoro a causa di una denuncia anonima (aveva, infatti, sottratto del carburo per darlo a una famiglia bisognosa), decide di arruolarsi prendendo il posto del fratello. Inquadrato nella Sezione Sanità della Divisione “Murge”, nel marzo 1942 salpa da Bari con destinazione la Bosnia-Erzegovina, che allora faceva parte dello Stato indipendente croato di Ante Pavelic occupato dalle truppe tedesche e italiane.
Nel frattempo, la moglie Ninetta, dopo aver partorito in aprile la seconda figlia, Maria Rosa, decide di ritornare a Servo dove prende una casa in affitto.
Le notizie di Egidio da questo momento in poi sono assai scarse e per la maggior parte si ricavano dalle numerose lettere che tra il 1942 e il 1943 scrive alla moglie.
In queste lettere, forse anche per eludere la censura, mancano precisi riferimenti geografici ed Egidio non fa nessun accenno alla guerra civile che funestava l’Erzegovina in quel periodo e in cui è certa la presenza della 154^ Divisione “Murge” nelle operazioni antipartigiane.
Molto probabilmente Egidio lavorava lungo il fiume Neretva alla costruzione di presidi che, eretti nell’ambito dell’operazione Weiss concordata con i tedeschi, dovevano difendere la città di Mostar e soprattutto l’aeroporto e il bacino minerario sfruttato da 250 operai della Todt.
Nel febbraio 1943 le formazioni di Tito nella loro avanzata verso il Montenegro travolgono questi presidi e mettono fuori combattimento quasi la metà della Divisione “Murge” di stanza a Mostar. È da questo momento in poi che non si hanno più notizie di Egidio Battisti.
Si può ipotizzare che sia stato catturato e usato per il trasporto dei feriti e che sia quindi deceduto, come il 50% dei prigionieri italiani, di malattie e di stenti, come attestano gli stessi documenti partigiani.
Di lui restano le lettere che, scritte giorno dopo giorno alla moglie, sono la testimonianza di uno degli aspetti più duri della guerra: la lontananza da casa e dalla famiglia e il desiderio di sopravvivere alle avversità in attesa del ritorno.
Il 14 ottobre 1955 Egidio Battisti è stato insignito della Croce al Merito di Guerra dal Comandante Militare Territoriale di Bolzano, Generale Carlo Vacchelli.
Nel 2009 la figlia Silvia Battisti, pittrice, ha realizzato 18 quadri ispirati alla corrispondenza del padre Egidio dal fronte di guerra balcanico.
Nel dicembre 2011 i quadri sono stati esposti in una mostra temporanea presso la Villa Ghirlanda Silva a Cinisello Balsamo (MI), comune nel quale risiede attualmente l’autrice.
Bibliografia e approfondimenti: